L’inizio di primavera all’Unitre di Orvieto si caratterizza, anche in questo 2024, con la celebrazione del Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri istituita dal Consiglio dei Ministri il 17 gennaio 2017, su proposta dell’allora Ministro della Cultura Dario Franceschini. Venne identificata la data del 25 marzo perché in molti ritengono che il viaggio narrato nella Divina Commedia sia iniziato in quel giorno del 1300.
Martedì 26 Marzo, alle ore 10, avrà luogo il Dantedì Unitre presso la Sala dei Quattrocento al Palazzo del Popolo di Orvieto, dedicato agli studenti dei Licei orvietani e alla cittadinanza tutta; si tratterà della quarta edizione direttamente organizzata e coordinata dal Presidente Riccardo Cambri, intitolata in questo 2024 “Libertà va cercando”.
Immutata la squadra – di alta qualità ed elevato prestigio – dei relatori coinvolti: Fioralba Salani (“Catone Uticense, campione della libertà”), Franco Raimondo Barbabella (“Il cercatore di libertà”), Donato Catamo (“Libertà terrena o libertà spirituale?”), Raffaele Davanzo (“Due Ghibellini a confronto: Farinata e Manfredi e il loro mondo etico di libertà”) ed Alberto Romizi (“Lo metaverso”).
Il Dantedì dell’Unitre – Università delle Tre Età di Orvieto vanta il patrocinio del Comune di Orvieto, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, il supporto tecnico dell’Ing. Gianluca Polegri e della Scuola Comunale di Musica “A. Casasole” di Orvieto.
La Libertà è un dono divino per Dante, non è una libertà immanente nell’uomo come sa chi per lei vita rifiuta (Purg. I, 71-72). Per Dante nessuno nasce libero; ma da Dio, Natura naturans viene data la possibilità a noi (Natura naturata) di liberarci a patto che lo facciamo come singoli, perché ognuno di noi può trovare la propria strada col libero arbitro. Per esempio, attraverso la scelta di abbandonare la propria precedente vita: Piccarda si era ritirata in un convento perché aveva liberamente rifiutato uno stile di vita ormai già deciso per lei, per adottarne un altro di più alto livello (ma il fratello Corso violentò la sua libertà, rapendola). Dante ha un’idea della libertà tanto grande che mette a guardia del Purgatorio Catone, il pagano suicida. Cosa ha riscattato Catone se non l’amore assoluto per la Libertà? Dio ha apprezzato a tal punto la sua idea di Libertà perché preferì togliersi la vita per non soggiacere a un tiranno. Attraverso l’esempio di figure di valore universale per la loro stessa devozione al Dovere, Dante le ostende sub specie aeternitatis; cioè ogni singola figura viene giudicata come proiezione del Logos divino, ispiratore e redentore dell’intera natura, compreso l’Uomo. Dio Natura naturans ha quindi stabilito a priori i diversi gradi della potenziale perfezione umana. Ripetiamo: per Dante la libertà è un dono trascendente. In quanto la vera Libertà è l’obbedienza alle leggi fatte a immagine della giustizia naturale divina, ma sempre attraverso la lente dell’altro dono, il libero arbitrio, un libero giudizio intorno al volere che non sia mosso dall’interesse personale, anzi. Nel canto V del Paradiso espone chiaramente questa idea di Libertà: Beatrice (discutendo del valore del voto) spiega che cosa sia: Lo maggior don che Dio per sua larghezza / fesse creando, e a la sua bontate / più conformato, e quel ch’e’ più apprezza / fu de la volontà la libertate; / di che le creature intelligenti, /e tutte e sole, fuoro e son dotate (Par. V, 19-24). La Natura naturata dell’Uomo potrà approfittare, per raggiungere la felicità e quindi il Paradiso, solo della puntualità etica delle sue scelte. (R. D.)
Presentazione degli interventi:
Alberto Romizi
Intervento poetico-satirico
LO METAVERSO
Il sommo poeta si perde nel moderno labirinto del Metaverso, che promette meraviglie e libertà, ma che ben presto si rivelerà una trappola peggiore della “selva oscura”.
Franco Raimondo Barbabella
IL CERCATORE DI LIBERTÀ
Che cos’è che ci scuote ancora di Dante? Certo il fascino poetico della Commedia, con i personaggi e le storie, la sensazione di cattedrale gotica, come il romanzo di un’intera epoca storica. Ma forse ancor più il pensiero e il suo nucleo centrale, il tema della libertà, viaggio dell’anima verso la salvezza e insieme ricerca del governo che ne assicuri la possibilità. “Libertà va cercando”, Dante cercatore di libertà, aspirazione alla libertà e consapevolezza del limite. Un tema attuale.
Fioralba Salani
CATONE UTICENSE, CAMPIONE DELLA LIBERTÀ
“Quidni ego narrem ultima illa notte Platonis librum legentem posito ad caput gladio?” Perché non dovrei raccontare che in quell’ultima famosa notte leggeva un libro di Platone, posta una spada accanto alla testa?
Se Seneca ritrova in Catone Uticense i tratti del saggio stoico, il richiamo alla libertà spirituale, che mette al riparo dai condizionamenti esterni; se Lucano vede in Catone il difensore della legalità e delle istituzioni repubblicane, facendolo assurgere a protagonista positivo della Pharsalia; se Plutarco gli riconosce una dimensione grandiosa e titanica, che si traduce in una immensa statura morale, perché Dante non dovrebbe elevare Catone, pagano e suicida, a simbolo della libertà morale, a cui egli stesso aspira? Questa la vexata quaestio!
Raffaele Davanzo
DUE GHIBELLINI A CONFRONTO: FARINATA E MANFREDI E IL LORO MONDO ETICO DI LIBERTÀ
Il rispetto che Dante dimostra per i due avversari politici, uno incontrato nell’Inferno e l’altro nel Purgatorio, deriva dal riconoscimento che le loro azioni furono guidate da una profonda coscienza esercitata dalla Libertà, che permise loro di prendere decisioni storicamente etiche.
Donato Catamo
LIBERTÀ TERRENA O LIBERTÀ SPIRITUALE?
L’Arte, la Natura ossia l’Arte del Dio Cristiano, l’Amore, la Musica, la Filosofia, la Storia, la Geografia, le Scienze, la Geometria, la Matematica, il Segno, il Verso, il Teatro, le Religioni, gli Usi, i Costumi, le Tradizioni, i Viaggi, il Sole, la Luna, le Stelle, la Foresta e molto altro sono il fondamento della cultura e della civiltà e quindi delle Libertà: Fisica, di Pensiero, di Espressione, di Emancipazione, di Diritto, di Libero Arbitrio e delle moltissime attività quotidiane dell’uomo.
Siamo perciò di fronte alla “Natura Naturata” in quanto opera dell’uomo (del creato), ma Dante cerca la Libertà Spirituale (Natura Naturans).
Dunque bel confronto, grande sfida tra “Essere” e “Divenire”.
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