Il blitz è scattato in contemporanea in 25 città italiane, tra le quali, in Umbria, a Perugia e Foligno, dove sono comparsi striscioni che invitano il ministro della Sanità, Roberto Speranza, a proibire all’Università di Parma di proseguire gli esperimenti scientifici sui macachi.
“Fuori i macachi dall’Università di Parma” si legge nello striscione affisso a Perugia, firmato #stop vivisezione Perugia. Mentre a Foligno, chi percorreva la superstrada in auto, ha potuto leggere: “Ministro Speranza blocca l’esperimento sui macachi di parma. Foligno non molla!“. Perché la protesta, proprio a Foligno e Perugia, c’era stata anche lo scorso novembre.
I sei macachi
Gli attivisti antivivisezionisti del Coordinamento macachi liberi non rinunciano a dare battaglia al progetto, di cinque anni, che vede le Università di Torino e Parma coinvolte nell’esperimento sui deficit visivi umani causati da traumi condotti su 6 macachi che al termine, denunciano, saranno soppressi.
L’esperimento
L’esperimento (finanziato con due milioni di euro dall’European Research Council) dopo una prima fase di addestramento degli animali, è già passato alla fase invasiva, “che prevede un intervento molto doloroso alla corteccia cerebrale per limitarne al minimo la vista e studiarne i deficit“, scrive il Comitato. Che contesta il fatto che su un primate si possano fare esperimenti sulla consapevolezza di uno stimolo visivo; esperimenti che proseguono dal 1974. Eppure – proseguono – uno studio condotto sugli esseri umani è costato 20mila euro.
La richiesta al ministro
Da qui la richiesta al ministro Speranza di promuovere una ricerca scientifica “etica, sicura ed efficace condotta con i già esistenti metodi sostitutivi“. Rispettando ogni forma di vita.
Gli aderenti al Comitato, da tutta Italia, il 25 gennaio saranno a Parma, dove sarà organizzato un corteo per chiedere la liberazione dei macachi.