Aggiornamento ore 18.45 – Dopo la conferma delle dimissioni del sindaco di Terni, in consiglio comunale è venuto meno il numero legale per proseguire l’assemblea. Il secondo punto all’ordine del giorno riguardava il dissesto dell’Ente che non è stato dunque votato. Dopo le dichiarazioni di Di Girolamo molti dei posti dei consiglieri di maggioranza sono rimasti vuoti e i consiglieri di opposizione hanno seguito l’esempio dei colleghi. La maggioranza si è dunque riunita in vertice, ma la sala consiliare si stava già svuotando; al successivo appello del presidente del consiglio Mascio è mancato ancora il numero legale.
Pertanto l’assemblea è stata rimandata ancora a domani; difficile capire se i consiglieri si presenteranno per votare il dissesto. Qualora ciò dovesse accadere, lo status di ente in dissesto verrebbe certificato d’ufficio.
Il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha confermato le sue dimissioni in consiglio comunale. L’annuncio pochi minuti delle 16 in apertura di consiglio comunale. A Terni, quindi, si tornerà al voto durante la prossima tornata per le elezioni amministrative, presumibilmente tra fine maggio e inizio giugno, con un anno di anticipo. A nulla è servito anche l’intervento pubblico di questa mattina da parte della presidente della Regione Catiuscia Marini. Dopo la seduta di ieri saltata per la mancanza del numero legale, quindi, oggi ad aprire l’assemblea è stata la richiesta di inversione dell’ordine del giorno, partendo quindi dalle comunicazioni del sindaco.
“Sono qui per confermare l’effettività delle mie dimissioni – ha esordito il primo cittadino – ho ritenuto giusto comunicarlo qui, non attraverso interviste o conferenze stampa, perché ritengo che sia il dovere di tutti coltivare il rispetto dei luoghi delle istituzioni, perché i governi possono e debbono, nel gioco democratico, cambiare, ma le istituzioni restano e vanno oltre la contingenza. E’ una decisione molto sofferta, come lo sarebbe per chiunque fosse stato chiamato dal libero voto dei cittadini a guidare e rappresentare la propria città. Forse, lo dico senza superbia, lo è ancor più per chi come me ha sempre cercato di esprimersi, sia nella vita pubblica che privata, seguendo l’etica della responsabilità”.
Il sindaco ha quindi citato il solenne pontificale in occasione della festa di San Valentino del vescovo Piemontese. Ricordando che le sue dimissioni “arrivano alla fine di un percorso che mi ha visto impegnato alla guida della città per circa 9 anni, caratterizzati dalla crisi economica che ha colpito duramente Terni”. Quindi un lungo intervento, durato mezzora, su quanto fatto in questi anni, sulle difficoltà economiche del territorio, le grandi vertenze, da ultima quella della Novelli. “La nostra città è stata investita in pochi anni da un tornado” ha sottolineato. Rivendicando però importanti azioni messe in campo per la città, per la sua riqualificazione, ed i fondi attratti, per svariati milioni di euro.
“In questi ultimi giorni, – ha quindi concluso – preoccupato dal fatto che le mie dimissioni potessero creare qualche danno alla città ai progetti in corso di approvazione, e sollecitato anche da parole, critiche, esortazioni, contenute nell’omelia di domenica del vescovo che non credo abbia bisogno di interpreti, ho provato ad ascoltare quello che veniva dalla città, mi sono convinto, dopo un percorso di questi giorni ultimi, che non ci siano le condizioni per utilizzare la strada del dissesto guidato. Per questo ho inteso qui confermare le mie dimissioni.
Voglio ringraziare prima di tutto i cittadini ternani che in questi anni mi hanno dato la loro fiducia. Spero di aver rappresentato degnamente la loro città e quella pasta buona di cui sono fatti i ternani. Ringrazio il mio partito, che mi ha individuato in questi lunghi anni come un testimone adeguato dei loro progetti, ideali e valori. Grazie alla mia maggioranza che in questi anni durissimi, anche per le vicende personali che mi hanno colpito, non mi ha fatto mai mancare il suo sostegno leale e convinto e che anche in questo passaggio cruciale mi aveva messo a disposizione i voti necessari per andare avanti. Un grazie alla presidente della Regione Catiuscia Marini che mi ha sempre sostenuto fortemente. Un grazie ai tanti amici che mi hanno fortemente sostenuto. Grazie ai miei pazienti che si sono accontentati in questi anni di un medico a mezzo servizio. Grazie ai tanti cittadini, spesso sconosciuti, che mi hanno fermato per testimoniarmi la loro stima e il loro incoraggiamento. Grazie alla mia meravigliosa famiglia che mi ha consentito di inseguire il mio sogno di contribuire a creare una società più giusta, aperta ed inclusiva.
“Quella di oggi, dopo tante vittorie, è un grande sconfitta, di cui mi assumo la piena paternità e responsabilità, come giusto e doveroso che sia”.
(ultima modifica ore 16.30)