Orvieto

Lega, interrogazione ministeriale per chiusura filiali CRO nell’orvietano

Secondo il nuovo piano strategico ed industriale della Banca Popolare di Bari, controllata da Medio Credito Centrale S.p.A., nell’ottica di una
revisione dei costi, sembrerebbe infatti programmata la chiusura di nove
filiali della Cassa di Risparmio di Orvieto, tra le quali anche le sedi
distaccate di Porano, Alviano, Montecchio e Baschi.

Interrogazione ministeriale della Lega

I parlamentari della Lega Umbria, l’On.Barbara Saltamartini (prima
firmataria) e l’On.Virginio Caparvi, hanno presentato un’interrogazione
al Ministro dell’economia e delle finanze per sapere quali iniziative,
di propria competenza, intenda adottare al fine di scongiurare la
chiusura delle filiali sopracitate, che costituiscono un fondamentale
presidio per l’intera comunità locale.

“Chiusura è un danno”

“La prevista chiusura di tale filiali, presenti da anni sul territorio
sottolineano i due parlamentari del carroccio- danneggerebbe
ulteriormente i relativi comuni, già da tempo alle prese con problemi
strutturali di carenza di servizi e vittime del conseguente
spopolamento.
La presenza di succursali della banca sul territorio costituisce un
punto di riferimento per cittadini e piccole e medie imprese, e riveste
un ruolo di primaria utilità, soprattutto per le persone anziane, che
non trovano agevole l’utilizzo dei servizi digitali e del cd. “home
banking”. Per loro, la sede fisica della filiale, diventa anche un
presidio sociale fondamentale”.

Criticità

I leghisti sottolineano che a Porano, Alviano e negli altri comuni del comprensorio, spesso le frazioni sono dislocate a distanza di chilometri l’una dall’altra, e non di rado è problematico, raggiungere altri centri limitrofi. I servizi essenziali dovrebbero essere mantenuti sul territorio e la sede distaccata di una banca, in cui si può ritirare la pensione, pagare le bollette e svolgere tutte le commissioni del caso, diventa un presidio primario.

“Attenzione ai servizi nei piccoli comuni”

“E’ prioritario – concludono Saltamartini e Caparvi – porre la giusta
attenzione al contesto e al tessuto sociale di riferimento, valutando i
disagi, che una determinata decisione, possa portare alla collettività.
Non possiamo assistere silenti ad un nuovo depauperamento dei servizi
essenziali in questi piccoli comuni”.