Leonardo Latini è entrato nella storia della politica di Terni come primo sindaco della Lega della città ; un risultato ‘storico’ anche in termini numerici, con un 64% di preferenze ottenuto al ballottaggio.
Per il M5S non è solo una sconfitta, ma una vera e propria bocciatura; se già al primo turno c’era stata la sensazione che Leonardo Latini fosse l’uomo destinato a governare Palazzo Spada, al ballottaggio sono bastati pochi minuti per capire che gli elettori ternani avevano premiato la coalizione di centrodestra.
Nonostante un’opposizione incisiva durante le amministrazioni del Pd, il M5S non è riuscito a radicarsi in città e a creare le basi per un elettorato ‘fedele’ nel corso degli anni; tanti attestati di stima, consensi ‘virtuali’, ma al momento del voto Thomas De Luca e i suoi non sono riusciti a concretizzare un potenziale che è andato disperso; a partire da una campagna elettorale poco organizzata, sia nei contenuti che nella comunicazione, gestita con poca lungimiranza politica e leggerezza.
È mancato soprattutto il dialogo con le altre forze politiche e civiche, fondamentale per contrastare una coalizione come quella guidata da Leonardo Latini; scelta coerente con lo ‘spirito grillino’, ma inadatta per chi si propone al governo della città.
Eppure l’esperienza nazionale dovrebbe aver insegnato qualcosa ai pentastellati; aver accettato il ‘compromesso’, che in politica è comunque una condicio sine qua non, rinunciare al ‘grillismo puro’, evitare lo scontro a tutti i costi ha portato il M5S al Governo insieme alla Lega.
Proprio la Lega ha ‘cannibalizzato’ lo scenario politico locale, imponendosi come primo partito, e lanciando fin da subito Leonardo Latini come ‘il candidato’, costringendo le altre forze di centrodestra ad andare a rimorchio e adeguarsi alla scelta. Una mossa che è stata possibile a livello locale per riflesso della situazione nazionale, dove Matteo Salvini è riuscito a conquistare la leadership dell’area di destra, intuendo i tempi e i modi giusti per cambiare approccio all’elettorato moderato che gli ha accordato la propria fiducia.
Lo stesso Thomas De Luca, a commento della sconfitta elettorale, ha sottolineato: “È stata una battaglia asimmetrica tra me e la mia squadra da una parte e Salvini dall’altra”. Lo stesso Matteo Salvini, a livello nazionale, ha oscurato il ‘collega vicepremier’ Luigi Di Maio, concentrando su sé l’attenzione mediatica e politica, circostanza che è stata recepita anche dall’elettorato ternano soprattutto nel turno di ballottaggio.