“Abbiamo appreso recentemente la quantificazione delle parcelle chieste dai due avvocati che hanno difeso Amministrazione comunale e Comunità Montana nella vicenda dell’eredità Mariani” dichiara il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta, in riferimento alla causa giudiziaria pendente dagli anni Novanta e andata in giudicato appena qualche mese fa, con l’assegnazione al comune tifernate di 3 milioni e 700mila euro, vincolati per espressa volontà testamentaria ad opere di beneficenza. “Come è noto, gli incarichi furono conferiti più di 30 anni fa e non mettiamo in discussione la regolarità formale delle spettanze richieste che ammontano in 250mila euro a testa (due sono gli avvocati che hanno domandato tale cifra, ndr)“.
Il primo cittadino e l’Amministrazione tutta si ritengono comunque “amareggiati” poiché uno dei due legali è anche il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani, il quale, “per il ruolo svolto, dovrebbe cogliere e condividere lo spirito liberale del lascito e l’istanza di equità che ne è all’origine”. Bacchetta tiene anche a ricordare che la donazione di oltre 3 milioni di euro è destinata ai tifernati bisognosi.
“Sul piano politico – conclude il sindaco – siamo estremamente dispiaciuti da questa richiesta compiuta da chi, oltre a rappresentare Anpi, è anche esponente di spicco di un grande partito e vicepresidente della neonata associazione Big Bang. Comunichiamo che l’Amministrazione comunale non intende avere rapporti con l’Anpi fino a quando sarà rappresentata da persone che dimostrano così poca sensibilità sociale”.
In precedenza anche il consigliere Fd’I Andrea Lignani Marchesani aveva giudicato le parcelle da 250mila euro l’una una richiesta “irricevibile, se non dal punto di vista giuridico, sicuramente sotto l’aspetto etico”, invitando i due legali a “rivedere le proprie pretese”.