In attesa di conoscere compiutamente le modalità con cui il 18 settembre si potrà cacciare in Umbria, l’anomala apertura al solo colombaccio e merlo (più i corvidi, ai quali ben pochi, presumibilmente, spareranno), alla luce dei pronunciamenti del Tar e della conseguente modifica al Calendario venatorio, divide i cacciatori. Vista la situazione attuale, tutte le associazioni venatorie (ad eccezione di Anuu Migratoristi) si sono ritrovate sulle modifiche proposte dalla Regione, che hanno portato, prudenzialmente, a togliere anche la lepre, considerata “piccola selvaggina” per la quale Ispra raccomanda la caccia a dopo il 1° ottobre. Però poi i singoli cacciatori, soprattutto quanti sono specializzati in una tipologia di caccia, fanno differenti valutazioni.
Insomma, il ricorso presentato dagli ambientalisti, oltre ad azzoppare l’apertura con la sospensiva accordata dal Tar (se ne discuterà nell’udienza del 20 settembre a seguito del controricorso presentato da Regione e cacciatori) ha avuto come effetto quello di dividere il mondo venatorio. Che già si era ampiamente diviso, nei mesi scorsi, sullo spinoso tema cinghiale.
Nonostante le incertezze, i 27mila cacciatori umbri sono comunque ansiosi di iniziare la stagione venatoria, dopo la preapertura “lampo” alla tortora.
A tenere banco, ora, è la specie colombaccio. L’unica, insieme al merlo, a cui in pratica si sparerà il 18 settembre. I colombacciai temono che la pressione su questa sola specie creerà dei danni. Questo anche l’intervento del presidente del Club del colombaccio di Perugia, Vasco Feligetti, che su queste pagine parla di “scempio”, chiedendo alla Regione di rinviare l’apertura generale, confidando che si possa sparare anche ad altre specie.
C’è anche però chi invita a superare i particolarismi e fa appello all’unità dei cacciatori. Come Marco Brozzi, appassionato cacciatore molto attivo sui social con il suo gruppo “Pianeta caccia & tiro“, diventato una piazza virtuale in cui ci si confronta sulle tematiche del mondo venatorio. Brozzi, commentando le parole di Feligetti, ricorda che è stato fatto di tutto per togliere il colombaccio dalla preapertura e ora se lo ritrovano “in una anomala apertura”. “Anni e anni di battaglie per togliere il colombaccio dalla preapertura. Ora lo volevano solo per loro, preferivano una apertura il 2 ottobre, per far sì che il giocattolino fosse solo loro, senza seguire gli studi scientifici, senza motivare…”.
Chiedendosi poi: “Si difende il colombaccio e non si pensa al merlo? Già, il merlo non ha il club…”.
Quindi Brozzi rivolge un’appello a tutto il mondo venatorio di fronte a questa incredibile situazione che si è venuta a creare: “Dobbiamo imparare ad essere uniti, a combattere per tutte le cacce. Perché tutte le forme di caccia hanno pari dignità e meritano rispetto. Se non si comprende questo, non si può andare avanti. I tempi sono cambiati, dobbiamo capirlo, iniziare a rispettarci. Dobbiamo iniziare a capire – conclude Brozzi – che solo l’unione fa la forza”.