Saranno i reali di Giordania, Re Abd Allah II e la Regina Raina di Giordania, “che si distinguono nel panorama mediorientale e nel mondo per la loro azione di governo tesa a promuovere i diritti umani e l’armonica convivenza sociale, ad esempio tramite le politiche per l’educazione, il rispetto della libertà religiosa, il riconoscimento delle minoranze, l’accoglienza dei profughi“, a ricevere la Lampada della Pace 2019.
Dopo Juan Manuel Santos, premio Nobel per la Pace (“Per il duro lavoro svolto e gli sforzi risoluti nel portare la pace nel suo paese”, raggiungendo un accordo con le Farc), e Angela Merkel, cancelliera tedesca che nel 2015 ha spalancato le porte della Germania ai profughi siriani, nel 2019 la Lampada della Pace appunto ai due reali che, ha detto il custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, arriveranno ad Assisi in primavera. D’altronde i frati avevano annunciato lo sguardo rivolto anche a chi lavora per l’accoglienza e la promozione dei diritti umani.
L’annuncio è arrivato durante la registrazione del concerto di Natale da Assisi nella Basilica di San Francesco che sarà poi trasmesso in Eurovisione il 25 dicembre alle 12.30 su Rai1 dopo la benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco. Ma Gambetti, dopo i tragici fatti di Stradburgo, ha parlato anche di Europa: “La miseria nel mondo – ha detto Gambetti – va contrastata, anzi, va risolta; e molto, a mio avviso, può fare la nostra Europa. La povertà invece deve rimanere come una possibilità che la legislazione dovrebbe tutelare. La povertà può suscitare reazioni contrastanti: vicinanza e solidarietà, cura e responsabilità, scherno e repulsione, paura e indifferenza. Il primo insieme di atteggiamenti ci è parso di riconoscerlo nell’operato dei reali di Giordania”, da qui il riconoscimento.
Dopo – tra gli altri – Andrea Bocelli, Placido Domingo, Ennio Morricone e Michael Bolton, il concerto di Natale dei frati di Assisi ha visto esibirsi dei più grandi tenori al mondo, Josè Carreras, diretto dal Maestro David Giménez. Ad accompagnare l’artista l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, il coro di voci bianche de “I piccoli musici”, e il coro maschile “Coenobium Vocale”.
Un evento rivolto, nel pensiero e nelle preghiere del Convento, all’Europa e alle vittime dell’attentato terroristico dell’11 dicembre: “Prima dell’inizio di questo concerto – ha detto Padre Gambetti – vogliamo ricordare quanti hanno perso la vita nei tragici eventi di Strasburgo e in particolare il nostro connazionale Antonio Megalizzi“. Il giovane giornalista è stato ricordato a margine del concerto anche Antonio Tajani, presente al concerto come “vittima innocente dell’ odio antieuropeo del terrorismo fondamentalista”.
“Per questo Natale – ha detto padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi – dobbiamo fermarci un attimo. L’uomo di oggi ha perso la sua bussola più preziosa, il rapporto con il tempo. Siamo deboli, fragili, aggrappati all’inseguimento degli istanti e degli istinti. Rischiamo di vivere un tempo senza memoria, senza slanci, un tempo che diventa liquido ed evapora nell’affanno dell’ottimo breve, anzi brevissimo, che è il presente. Auspico che il Natale illumini le nostre strade e ci renda quelli che non hanno paura del buio, proprio perché dentro la notte, per chi spera, c’è un mondo in stato di febbrile e appassionata attesa”.
(Si ringrazia rivista San Francesco per la gentile concessione del video)