Anche nel periodo estivo continuano le indagini per contrastare il lavoro sommerso disposto dal Comando Provinciale di Perugia, con interventi nei confronti di laboratori tessili gestiti da cittadini di etnia cinese presenti nella provincia di Perugia.
In particolare i finanzieri della Tenenza di Città di Castello hanno portato a termine un controllo nei confronti di un laboratorio tessile operante nella lavorazione per conto terzi dell’abbigliamento di note case di moda scoprendo, con l’ausilio di un interprete, che due lavoratori su cinque erano in nero ed intenti a confezionare con le macchine da cucire camice di noti marchi della moda italiana.
Al termine delle operazioni è scattata la segnalazione a carico del titolare per la chiusura dell’attività a cura della Direzione Territoriale del Lavoro di Perugia, in quanto è stato accertato che su una forza lavoro pari ad un totale di cinque operai due di essi sono risultati completamente “in nero”. In questi casi scattano salate sanzioni amministrative che prevedono a carico del datore di lavoro la diffida alla regolarizzazione della posizione dei due lavoratori in nero oltre all'irrogazione della cosiddetta “maxi sanzione”, introdotta dal D.L. n. 12/2002, per un importo complessivo compreso tra un minimo di € 3.000 ed un massimo € 24.000.
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