Buone notizie dalle previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate al Mipaaf
Caldo e siccità non hanno danneggiati i vigneti. Ed anzi, prevedono gli esperti, se nelle prossime settimane non ci saranno eventi climatici avversi, a fronte di una quantità simile a quella dello scorso anno si avrà una qualità del vino nettamente migliore.
Buone notizie dalle previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate al Mipaaf.
In Italia si avrà una produzione di vino e mosto in ettolitri di 50.270 migliaia di ettolitri, praticamente identica a quella dello scorso anno e superiore alla media dell’ultimo quinquennio.
Occhio al meteo
A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche.
Resta cruciale, avvertono gli esperti, l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.
Il vino umbro
In Umbria si stima quest’anno una produzione di 380 mila ettolitri di vino e mosto, superiore del 10% rispetto alla quantità del 2021. Un incremento inferiore soltanto a quello della Sardegna (+15%) e della Toscana (+12%).
Da segnalare, durante i primi giorni di luglio, delle grandinate in zona Orvieto e Montefalco (verificatesi anche nell’alto Lazio) che hanno provocato in alcune zone anche danni molto gravi.
Nel cuore verde d’Italia, i vigneti non irrigati soffrono di stress idrici importanti, le produzioni per pianta appaiono basse e probabilmente saranno basse anche le rese uva/vino. La salute dei grappoli è buona.
Per quanto riguarda la qualità, per l’Umbria si attende una qualità definita “ottima”. Vini “eccellenti” in Trentino Alto Adige e Sicilia.
Il mercato del vino
Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%. I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%. In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.