La Santa Sede ha acconsentito che si avvii l'inchiesta per il riconoscimento delle virtù eroiche del Servo di Dio don Andrea Bonifazi, presbitero dell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, morto di leucemia il 25 dicembre 1998, a soli 42 anni. Era parroco di Baiano di Spoleto e docente di Sacra Scrittura all'Istituto Teologico di Assisi.
Giovedì 11 giugno, nella celebrazione diocesana della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, con il giuramento del Tribunale, avrà inizio, in cattedrale, la procedura canonica prevista dalla Istruzione “Sanctorum mater” per l'avvio del processo di beatificazione e canonizzazione.
L'appuntamento è alle ore 17.30 nella Basilica di S. Eufemia – interno del Palazzo Arcivescovile di Spoleto, Via Aurelio Saffi, 13. Da lì partirà la processione verso la chiesa cattedrale, dove ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica.
“Mi pare, afferma l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, che sia un segno chiaro a tutti che il giorno del Corpus Domini, dove al centro della comune attenzione è l'Eucarestia e la Carità, la nostra Chiesa diocesana offra al Signore memoria cara del suo giovane prete, vissuto e morto dandoci esempio di santità”.
La memoria del presbitero è ancora viva in molti; è particolarmente cara a quanti lo ebbero per amico, confratello, insegnante di Sacra Scrittura nel Seminario regionale di Assisi o lo conobbero da vicino come sacerdote e parroco. In questo anno in cui il Papa ha voluto che si mettesse in particolare luce la bellezza del presbiterato, giova ripresentare l'esempio di un prete umbro, amico di Dio, amato e stimato da quanti lo conobbero.
I tratti salienti della vita di don Andrea Bonifazi sono stati raccolti in un volume, “Don Andrea, prete spoletino”, che verrà presentato lunedì 8 giugno alle ore 18, nella Sala dei Vescovi del Palazzo Arcivescovile di Spoleto. Nel testo sono raccolte molte testimonianze: c'è la prefazione dell'arcivescovo, il ricordo di mons. Oscar Battaglia e poi una serie di ricordi scritti dalla sorella, dagli amici sacerdoti, dai giovani che lo ebbero come parroco, dalle suore della Sacra Famiglia di Spoleto.