Politica

La “notte dei lunghi coltelli” del Partito Democratico in Umbria

Partiamo da una nota: quella inviata ieri (ndr, 29 maggio) dal segretario comunale del Pd di Perugia, Paolo Polinori. Nel suo comunicato, si parla di “campagna elettorale surreale”, di “elezioni complicate” a seguito delle quali la città ha consegnato per il secondo mandato Palazzo dei Priori ad Andrea Romizi e al centro-destra, con una rappresentanza fortemente caratterizzata dal peso della Lega.

Polinori ringrazia poi il candidato a sindaco del centro-sinistra, Giuliano Giubilei, per la sua “passione e dedizione” con cui si è speso negli ultimi mesi per “costruire una città migliore”. Così come ringrazia “tutti i candidati e le persone che si sono impegnate”, ma che non sono riusciti a invertire gli orientamenti seminati a livello nazionale e regionale, complice in parte un’inchiesta, quella sulla sanità ribattezzata Sanitopoli, che ha gettato la campagna elettorale del Pd in un clima di sfiducia e confusione.

Peccato che a smentire le parole di Polinori, almeno in parte, ci siano i dati. A guardare i risultati elettorali, neppure tanto in profondità, assodato quello di non essere riusciti ad andare al ballottaggio, uno su tutti salta agli occhi: il Pd a Perugia è il primo partito eletto, eppure resta all’opposizione. Peccato inoltre che di quella comunione e unità d’intenti di candidati e persone, di cui si legge nel messaggio di Polinori, subito dopo aver messo sul piatto le preferenze raggiunte, non rimanga più nulla, se mai ci fosse stata.

È la notte dei lunghi coltelli del Pd, dove vendette trasversali e strategie si son fatte sentire da subito. In segreteria comunale, nel Pd, l’aria è pesante, con la notizia di dimissioni all’uscio.

In Regione, se mai qualcuno avesse dimenticato che i pezzi del puzzle in un partito da tempo diviso tra correnti, riferimenti e visioni diversi, scatta in Consiglio la vendetta contro Giacomo Leonelli, agitata da Porzi e Brega: non gli si perdona l’astensione sul caso delle dimissioni della ex presidente Catiuscia Marini. La ritorsione è sulla mozione che ha previsto lo scioglimento entro sette giorni delle due commissioni speciali Antimafia e Statuto, quando Leonelli, presidente della prima, aveva chiesto un mese di tempo. Una linea tracciata poche ore prima in conferenza capigruppo.

I nomi dei big in Regione in queste ore poi ritornano e si sentono nominare tra i corridoi di un Pd frammentato, anche sul piano dei risultati delle elezioni al consiglio comunale: ancora mal di pancia, ancora visioni diverse, ancora animi scontentati.

Da cosa e da chi riparte, in consiglio comunale di Perugia, dopo il 26 maggio, un partito all’opposizione che al suo interno racchiude tante anime e lotte intestine? Da chi non ha ottenuto preferenze sufficienti e minaccia di lasciare? O dai quattro consiglieri uscenti riconfermati? Tra loro c’è anche chi ha anche ottenuto la deroga per la ricandidatura e si avvia verso i 15 anni di consiliatura. Chi invece si ritrova con un paniere di voti dimezzato. E c’è anche da chiedersi cosa accadrà nella segreteria comunale del Pd di lunedì prossimo: all’ordine del giorno anche le ultime elezioni amministrative.

Così come, non per ultimo, c’è da chiedersi come il Pd arriverà alla prossima difficile fase delle elezioni regionali: chi saranno i futuri candidati, chi comporrà la squadra. Chi anela ad un ruolo, dopo aver dimostrato forte distacco dalla baraonda Sanitopoli. Una matassa intricata, già intossicata da veleni e tensioni.

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