Mentre il processo dell’inchiesta Quarto Passo ieri ha fatto il suo ingresso in tribunale per l’udienza preliminare (per difetti di notifica tutto rinviato al 17 febbraio) con i suoi 61 imputati per l’operazione che ha individuato i tentacoli della ‘ndrangheta nel Perugino, arrivano le 276 pagine di relazione dalla direzione investigativa Antimafia (Dia) sull’ultimo semestre del 2015, che mettono nero su bianco i dati delle infiltrazioni mafiose in Umbria.
Una fotografia che parla di una criminalità organizzata dei conti correnti, che si muove infiltrandosi nei capitali delle aziende in crisi, con il riciclaggio di denaro come strumento in Umbria come in altre regioni del centro e del nord Italia.
Nella relazione in merito all’operazione ‘Quarto Passo’ si legge che vengono confermate “le proiezioni e gli interessi della cosca ciroana dei ‘Farao-Marincola’ nel territorio”. Per ciò che riguarda la camorra, la Dia scrive che “la favorevole collocazione geografica dell’Umbria e un’economia caratterizzata da piccole realtà produttive fortemente esposte alle dinamiche di mercato sono da annoverare tra i fattori che hanno facilitato l’insediamento, specie nella provincia perugina, dei casalesi e dei Fabbrocino”. E ancora: “la presenza delle case di reclusione di massima sicurezza di Spoleto e Terni può essere considerata una delle concause che hanno determinato lo stabilizzarsi di soggetti collegati ai diversi gruppi criminali”.
Un capitolo dedicato al riciclaggio. Nel dossier viene citata l’infiltrazione del clan Fabbrocino (vennero confiscati beni riferiti alla consorteria). Ma non solo perché attraverso l’analisi del Nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza è emerso che nei primi sei mesi del 2015, la Banca d’Italia ha inviato oltre 40 mila «comunicazioni» e dai controlli sono scaturite 132 mila operazioni sospette: bonifici, versamenti e prelievi in contanti, prelievi allo sportello, bonifici esteri.
In Umbria sono state segnalate 1.368 operazioni sospette. La Dia ha intensificato anche i controlli sugli appalti pubblici, eseguendo in Umbria un controllo su 3 imprese con 9 mezzi e 7 persone fisiche
La criminalità straniera. L’Umbria può vantare il primato per quelli commessi da cittadini nordafricani con 91 nel primo semestre 2015 (secondo il Trentino con 88, terza la Lombardia con 81. A seguire i 40 commessi da albanesi, i 30 di nigeriani e gli 8 da rumeni).