“La Baby card? Ancora una volta agli stranieri“. Il consigliere Carmine Camicia contesta la seconda graduatoria, pubblicata dal Comune di Perugia, del bando pubblico “Baby card”, che concede una carta prepagata di 500 euro da spendere nelle farmacie Afas per l’acquisto di beni di prima necessità per i bambini.
Proprio per questa ragione, Camicia aveva già sollevato perplessità al momento della pubblicazione del bando. Oltre a segnalare il paniere offerto da una società scelta “senza aver effettuata almeno una gara, al fine di rendere il paniere stesso più corposo“. Ma ora, dopo la pubblicazione della seconda graduatoria, Camicia contesta il fatto che a beneficiarne siano in larga parte residenti di origine straniera: “Come al solito su trenta aventi diritto 20 sono probabilmente cittadini stranieri, che grazie ad una serie di norme riescono sempre a garantirsi la maggior parte dei benefici sociali che vari Enti offrono, a discapito dei nostri concittadini che si sentono ancora una volta discriminati da un sistema che da anni aiutano prevalentemente stranieri, lasciando sconcertati i cittadini italiani che si vedono emarginati da una politica che continua a tutelare tutti tranne gli italiani“.
Perugia, arriva la Baby card da 500 euro
Camicia, passato ai Socialisti, sposa dunque una linea portata avanti dalla Lega in tante amministrazioni d’Italia. “A Perugia – argomenta Camicia – la situazione è peggiore rispetto ad altri Comuni, poiché la sinistra e la Chiesa impongono all’Amministrazione queste scelte discriminanti, sotto gli occhi di Lega, Fratelli d’Italia e del Movimento 5 stelle che continuano a far finta di non vedere e sentire la voce dei nostri connazionali, stufi di essere discriminati“. Insomma, per Camicia l’amministrazione Romizi ed i partiti di centrodestra che lo sostengono continuano, su questa materia, a farsi dettare la linea da Pd e Chiesa cattolica.