UMBERTIDE – Sport, divertimento e integrazione. Non è uno slogan pubblicitario, ma sono i tre vocaboli che hanno contraddistinto la terza edizione del Judo Summer Camp, un’iniziativa, patrocinata dalla Uisp Alto Tevere e organizzata dal Kodokan Fratta di Umbertide. Nella piccola frazione di Corlo per tre giorni la lingua ufficiale è diventata il judo. Non si è parlato giapponese, ma la lingua dello sport. Un linguaggio universale che accomuna tutti quanti e che abbatte ogni barriera. Ecco che allora gli atleti ciechi o ipovedenti della Nazionale Paralimpica si sono confrontati alla pari con i migliori atleti dell’Umbria e del Lazio e con i ragazzi del Gruppo Sportivo Fiamme Oro. “Tutto è venuto da sé”. Ha commentato il tecnico del Kdk Fratta, Mirco Diarena. “Bambini, atleti di livello internazionale e i ragazzi della Nazionale Fispic si sono allenati fianco a fianco arricchendosi reciprocamente. Devo ammettere che questa straordinaria atmosfera si è potuta respirare grazie al direttore tecnico della Nazionale Ciechi e Ipovedenti, Roberto Tamanti e all’allenatore delle Fiamme Oro Stefano Di Puccio. Il loro modo di rapportarsi con i ragazzi è straordinario e ogni barriera fisica è stata spazzata via dalla voglia di allenarsi e di migliorarsi”.
Al raduno, che ha coinvolto più di cento atleti, si è unito anche il sindaco di Umbetide Marco Locchi che si è complimentato con gli organizzatori e che ha voluto portare agli sportivi intervenuti il saluto della città.
Il terzo Judo Summer Camp è stata la dimostrazione di come lo sport e in particolare il judo sia un’attività che unisce e che può essere praticata da tutti. Quelli che alcuni definiscono handicap per i judoka della Nazionale Paralimpica sono solo punti di partenza. Ostacoli da superare a piccoli passi ricordandosi che il vero campione e quello che non rimane mai al tappeto ed è sempre pronto a rialzarsi in piedi.