In via di risoluzione la situazione dei lavoratori ex J.P. Indelfab che dovevano accedere alla Naspi. Infatti, in questi giorni sono ripresi i contatti con l’Inps sulla questione Naspi per i dipendenti dell’azienda che era subentrata alla Antonio Merloni. Alla base del dibattito con l’Inps c’era, il mancato rispetto di alcuni accordi intercorsi tra le organizzazioni sindacali di categoria e i rappresentanti delle istituzioni, a iniziare dai governi che si sono succeduti in questi anni che hanno interessato la vicenda ex Merloni.
Mancata assegnazione Naspi
“Al centro della vicenda – spiega Luciano Recchioni, ex delegato Fiom Cgil – la mancata assegnazione della Naspi e cioè a quel sostegno sociale che aspetta ai lavoratori che perdono il lavoro. Per i lavoratori ex Indelfab per i quali, per vari motivi, non è possibile la ricollocazione, gli accordi degli anni precedenti prevedevano il riconoscimento di 728 giorni giorni di Naspi. Questo dopo il fallimento della J.P. Indelfab il 16 maggio 2022 non è avvenuto. In molti non hanno avuto accesso alla Naspi, tout court, mentre per altri sono stati fatti dei conteggi che hanno portato all’interruzione del sostegno nel giro di pochi mesi. Un fenomeno che ha interessato e interessa, solo in Umbria, un centinaio di lavoratori“.
“Episodio frutto di un corto circuito”
“Riconosco – prosegue Recchioni – che quanto è accaduto è il frutto di una situazione particolare che si è venuta a creare dopo il fallimento dell’azienda. “Si è creata la cosiddetta tempesta perfetta, in quanto nelle organizzazioni sindacali tra congressi e cambi ai vertici venivano a mancare i punti di riferimento dei lavoratori. Ci siamo quindi ritrovati in una specie di corto circuito tra le organizzazioni sindacali e l’Inps. Ritengo che la pressione mediatica esercitata in questi mesi abbia portato al risultato che la vicenda va verso la sua definitiva soluzione nel senso auspicato dai lavoratori. Il senso di responsabilità e soprattutto il rispetto degli accordi, hanno portato al riconoscimento di quanto dovuto. Pertanto ritengo doveroso ringraziare l’Inps per aver capito la situazione ed essersi adoperata per la soluzione, nonché alle strutture della Cgil partendo dalla sede di Gualdo Tadino che ha sostenuto la battaglia fin da subito“.