Carlo Vantaggioli
Una cosa è certa, il piano che Intesa San Paolo ha studiato per risolvere la questione umbra delle 4 Casse di Risparmio rimaste in piedi, è ancora cosa sconosciuta nei dettagli ai più. Si sa con certezza che il risultato finale sarà la fusione delle 4 Casse per crearne una “super”. Mentre è piuttosto chiaro invece cosa i funzionari di Intesa verranno a dire ai 4 Presidenti delle Fondazioni, alle 12 di domani giovedì 8 settembre, a Roma nella storica sede della banca in via del Corso. Sul tavolo la proposta di acquisto delle loro quote di minoranza per avere così mano libera nel processo di riorganizzazione che l’AD Corrado Passera ha studiato per l’Umbria. Il tutto potrebbe rassomigliare ad un film già visto, poiché un analogo approccio è stato tenuto da Intesa anche in altre trattative regionali di eguale tenore. Quello che non è dato per scontato però è che i 4 presidenti, Alberto Cianetti- Carifol, Dario Pompili- Carispo, Stefano Pallotta-Carit e Antonio Gasperini-Caricast, accettino senza batter ciglio la proposta di acquisto. Se il progetto Passera prevede la fusione delle 4 banche, per le Fondazioni rimanere all’interno del pacchetto azionario in una situazione di minoranza potrebbe non essere tecnicamente ed economicamente vantaggioso. Più allettante l’ipotesi invece di tentare, con nomine ad hoc, di “gestire” l’avvio ed il futuro della super Cassa umbra con uomini che difendano i valori che le Fondazioni hanno faticosamente e tenacemente portati avanti. Alcune indiscrezioni sembrano infatti confermare che la trattativa, se tale sarà domani a Roma, non potrà essere solo di natura finanziaria. Si dovrà necessariamente prendere in considerazione anche il valore storico, sociale e di radicamento territoriale delle 4 Fondazioni. In questo sembra di riconoscere una vecchia regola di Mediobanca dell’epoca di Enrico Cuccia che considerava appunto gli azionisti dell’Istituto non per il numero di azioni possedute ma per il loro “peso”. In verità Corrado Passera aveva già dettato un indirizzo che era quello della partecipazione e non dell’imposizione del piano. Ma si sa, le trattative debbono per forza partire da proposte estreme per arrivare ad un punto di equilibrio dove le resistenze delle parti si sciolgono in un accordo condiviso. E per far questo le Fondazioni pare stiano decidendo quale sarà la posta in gioco decisiva. Nomine pesanti o rendite di posizione ? Agli osservatori economici non sfugge comunque un certo nervosismo anche tra le stesse Fondazioni. La partita delle nomine e della futura sede della “super Banca” è materia troppo pesante per risolversi poche ore prima della proposta definitiva di Banca Intesa. E che ci siano in corso da giorni trattative e tentavi di accordo tra le 4 istituzioni è cosa ormai nota. Pare piuttosto chiaro invece che nessuno voglia che la sede della nuova banca sia Perugia. Un punto fermo che apre prospettive interessanti forse per Spoleto, sede fino a ieri della vecchia Holding che riuniva gli Istituti del gruppo Centro Italia. Domani di certo le carte saranno sul tavolo e si potrà capire cosa è successo tra le 4 Fondazioni nelle ultime 24 ore. Di Intesa San Paolo non serve sapere altro invece, loro vogliono comprare, questo è quanto.
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