Ripensare la città per renderla più vivibile, con un’attenzione all’ambiente maggiore ed un contrasto all’inquinamento da concretizzare attraverso varie misure: è la proposta che arriva dai gruppi di maggioranza di Terni. Che sul tema hanno presentato un atto di indirizzo relativo alle “Misure per la prevenzione e riduzione delle emissioni inquinanti”. Una proposta che arriva dopo l’ultimo episodio che ha visto protagonista l’inceneritore, oggetto di alcune anomalie delle emissioni a causa del principio d’incendio di qualche sera fa. Tra le iniziative proposte c’è l’attenzione alle emissioni inquinanti dei siti industriali, il favorire la mobilità pubblica e la riduzione del traffico, la piantumazione di alberi e promozione di spazi verdi, ma anche l’istituzione di zone a pedaggio urbano, facendo cioè pagare i veicoli per accedere in alcune parti della città.
Nel testo si ricorda che “molte città italiane sono costantemente in allarme smog, e la colpa non si può imputare al clima e alle condizioni meteorologiche, che non fanno altro che, mettere in evidenza la mancanza di misure adeguate a risolvere il problema. Le misure d’emergenza come la limitazioni del traffico dovrebbero affiancare provvedimenti strutturali e permanenti anche radicali e a volte impopolari, non sostituirle”.
“A Terni, città storicamente industriale e quarantunesimo comune italiano per popolazione, a partire dal 1995, i livelli di polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) sono monitorati dall’Arpa – si legge nell’atto di indirizzo – che, ha collocato stazioni di rilevamento urbane e industriali con l’obiettivo di valutare gli impatti sulla qualità dell’aria prodotti dalle varie sorgenti inquinanti nelle zone di Borgo Rivo, Carrara, Le Grazie, Maratta e Prisciano. La centralina urbana “Le Grazie” collocata all’interno di un sistema di parchi pubblici nel 2016, ha registrato per il PM10 (particolato aerodisperso), il superamento per 59 volte del limite per la salute umana come previsto dal D.Lgs 155/2010, in 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile, dunque gli sforamenti sono stati 24 oltre quelli consentiti”.
Secondo i gruppi di maggioranza sono necessari “l’istituzione e il funzionamento di un coordinamento permanente tra i diversi livelli di governo del territorio, autorità ambientali e sanitarie, e i diversi soggetti interessati per riuscire ad essere efficaci nell’azione di riduzione delle fonti inquinanti attraverso l’adozione di nuovi strumenti di pianificazione e programmazione ambientale e l’aggiornamento degli attuali strumenti urbanistici ed edilizi. E’ necessario cambiare passo per riuscire a risolvere il problema dell’inquinamento ed uscire definitivamente dalla logica dell’emergenza antismog, attraverso un nuovo modo di pianificare interventi e misure strutturali che devono riguardare, la riprogettazione degli spazi nelle aree urbane, la riqualificazione e l’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento civile, incrementare i sistemi di mobilità alternativa e gli investimenti sul verde urbano. E’ necessario adottare il piano energetico ambientale e il piano di adattamento ai cambiamenti climatici che insieme hanno come finalità, di contrastare i cambiamenti climatici, promuovere l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, di tutelare e valorizzare la natura e la biodiversità, di promuovere l’integrazione tra ambiente, salute e qualità della vita, di incentivare un uso sostenibile delle risorse naturali”.
Da qui le proposte con cui i consiglieri Desantis, Orsini, Pennoni, Piccinini, Masiello, Zingarelli, Filipponi, Narciso, Monti e Pantella (PD); Mascio e Bencivenga (Progetto Terni); Chiappini e La Manna (Città aperta); Ricci (Sinistra e Libertà) sperano che il consiglio comunale possa impegnare “il sindaco e la Giunta a: