Innovazione e sostenibilità, le proposte di Ance nell'Umbria legata alle costruzioni

Innovazione e sostenibilità, le proposte di Ance nell’Umbria legata alle costruzioni

Redazione

Innovazione e sostenibilità, le proposte di Ance nell’Umbria legata alle costruzioni

Gio, 07/12/2023 - 12:30

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Il rapporto sul settore presentato nel convegno Confindustria che si è tenuto a Perugia: i dati e le prospettive

Nell’Umbria che ha visto risalire il proprio Pil, nell’ultimo anno, più della media nazionale (+10,8% rispetto al +10,3% del dato italiano), in parziale recupero dei 20 punti persi nell’ultimo decennio nel confronto con il resto d’Italia, le costruzioni incidono quasi il doppio in questo ultimo balzo. Alla fine del 2022, infatti, il settore delle costruzioni in Umbria rappresentava in termini di investimenti l’8,9% del Pil regionale, con il 22,5% degli addetti nell’industria e il 6,3% dei lavoratori operanti nell’insieme dei settori di attività economica.

Un settore, dunque, da sostenere, soprattutto di fronte alle nuove sfide dell’innovazione e della sostenibilità che coinvolgono sia le imprese, sia i territori. Non a caso riguardano il settore delle costruzioni molti dei punti qualificanti delle 17 proposte strategiche di “Umbria 2032” presentate da Confindustria.

Il ruolo delle costruzioni

Il ruolo assunto dall’edilizia dopo la pandemia risulta strategico e ancora di più è destinato ad esserlo alla luce degli impegni finanziari pubblici e alla programmazione degli enti territoriali ad iniziare dalla Regione. Secondo l’Istat nel 2022 operavano nelle costruzioni a livello regionale 7.400 imprese, pari all’1,5% del totale nazionale. Un tessuto imprenditoriale molto parcellizzato, caratterizzato dalla quasi totalità di micro e piccolissime imprese. Il 60%di esse è costituito da imprese artigiane con un solo dipendente. E se a queste imprese aggiungiamo il 35,7% delle aziende con meno di 10 addetti, la fotografia che se ne ricava è di un 95,7% di MPI.

Un settore che è cresciuto nell’ultimo triennio per numero di ore lavorate del 35,7%, con un mercato del lavoro che fa riferimento al sistema delle Casse edili che ha visto aumentare il suo valore economico di quasi il 42% nello stesso periodo. Un comparto che, se complessivamente è composto dal 95% da micro e piccole imprese e solo da un 4% di aziende con oltre 20 dipendenti, mentre tra le imprese associate ad Ance Umbria le imprese medie diventano il 26%. Un patrimonio prezioso che, alla luce dei possibili investimenti nel breve e medio periodo può costituire la carta vincente per affrontare la sfida di uno sviluppo sostenibile a livello regionale.

Il convegno Ance

Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto su “Il mercato delle costruzioni in Umbria: tendenze e opportunità” (scaricabile dal sito: umbria.ance.it ) presentato in occasione del convegno promosso da ANCE Perugia dal titolo “COSTRUTTORI DI FUTURO. Le imprese ANCE protagoniste dello sviluppo”, tenutosi nell’Auditorium di Confindustria Umbria a Perugia.

“Siamo consapevoli – ha detto il presidente di ANCE Perugia Giacomo Calzoni – del potenziale delle nostre imprese e siamo pronti a dare un contributo per vincere le sfide che abbiamo di fronte. Le risorse destinate alla nostra regione nell’ambito del PNRR, così come quelle provenienti dal Piano Nazionale di Coesione, possono aiutarci a superare il lieve ritardo che registriamo rispetto ai dati medi nazionali relativi al PIL. Ma abbiamo bisogno di avere una visione comune con tutti gli stakeholder, a cominciare dalle istituzioni, per individuare le modalità giuste per puntare verso uno sviluppo sostenibile. Come Associazione abbiamo iniziato un percorso di ascolto e confronto con le nostre imprese e individuato potenzialità e criticità che non possiamo superare da soli. In primis la carenza di manodopera e di competenze che debbono essere nel segno dell’innovazione. La nostra proposta è chiara e urgente: creare un laboratorio di riflessione dove convogliare le migliori competenze regionali per condividere alcune linee guida strategiche per il nostro futuro e per uno sviluppo sostenibile”.

Ance

Numerosi gli interventi che si sono succeduti nel corso dell’evento: i presidenti di Confindustria Umbria, Vincenzo Briziarelli, di Ance Terni Massimo Ponteggia e dei Giovani di Ance Umbria Brigitta Santini. Alla tavola rotonda successiva, condotta da Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di Umbria TV, hanno partecipato, insieme a Giacomo Calzoni, Guido Castelli, commissario straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016; Enrico Melasecche Germini, assessore alle Infrastrutture della Regione Umbria, Giovanni Gigliotti direttore del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, Albano Morelli presidente Ance Umbria. A chiudere l’incontro è stata la presidente della Regione Donatella Tesei, che ha ribadito l’importanza di una sempre maggiore collaborazione tra le istituzioni e ANCE per la messa in atto di azioni comuni volte a trovare insieme le soluzioni più adeguate a vincere la sfida dello sviluppo sostenibile regionale.
“Il settore dell’edilizia è strategico – ha sottolineato la presidente Tesei – e nella nostra regione ha dimostrato una straordinaria capacità di saper reagire ad un periodo di crisi come quello pandemico. Questo è stato frutto anche di un lavoro di squadra che ha visto da un lato le grandi doti degli operatori del settore e dell’altro la capacità della Regione di aver individuato e messo in campo azioni di supporto valide e funzionali”.

Dal 2021 ad oggi a Perugia +35,7% di ore lavorate

Se mettiamo in relazione la stima di crescita degli investimenti per il 2023 di Ance con il dato dalla Cassa edile di Perugia sulla base delle dichiarazioni da parte delle imprese delle ore effettivamente lavorate dall’ottobre 2022 alla fine di settembre di quest’anno, l’aumento rispetto allo stesso periodo precedente risulta pari all’8,8%. E tra il 2021 e il 2023 il numero delle ore lavorate è passato da oltre 8 milioni e mezzo a 11.619.364 con una crescita del 35,7%.

Per quanto riguarda le imprese attive, esse sono aumentate nel triennio di 301 unità, passando da 1534 a 1848, con una crescita del 20,3%. Contemporaneamente, il numero dei lavoratori attivi è cresciuto del 36,4%. Nel 2021 l’occupazione rilevata dalla Cassa edile di Perugia risultava pari a 6.696 operai attivi, nel 2022 era salita a 8.185 per raggiungere gli oltre 9.133 quest’anno.

L’ammontare della massa salari relativa agli operai attivi registrati in Cassa edile di Perugia costituisce un indicatore rilevante del valore del mercato del lavoro.1 Dal 2021 ad oggi la massa salari è passata dagli oltre 92 milioni a 130.672.592, con una crescita del 41,8%. Si tratta di un dato indicativo del trend della domanda e della capacità di risposta del sistema imprenditoriale con effetti molto positivi in termini occupazionali e sociali, intervenendo sul miglioramento della qualità di vita e delle condizioni economiche dei lavoratori dell’edilizia.

Verso il futuro: dai fondi del PNRR e del PNC le opportunità per uno sviluppo sostenibile

Sulla base dell’attuale quadro dei fondi PNRR destinati all’Umbria quelli di interesse del settore delle costruzioni ammontano a 887 milioni. In questo ambito la Regione ha recentemente definito l’impiego di 210 milioni di euro per 22 interventi per opere di rigenerazione, riqualificazione ed infrastrutturali considerate fondamentali per lo sviluppo economico e sociale. Un’attenzione particolare viene prestata alle infrastrutture e a nuove modalità di trasporto in una logica di sostenibilità, senza trascurare la rete stradale in una visione integrata e intermodale. Alcuni di questi progetti programmati dalla Regione con i fondi del PNC (Piano Nazionale di Coesione) trovano riscontro nello studio strategico “Umbria 2032” promosso da Confindustria Umbria e redatto da The European House – Ambrosetti. Se si sovrappongono i progetti da finanziare con quanto indicato dallo studio ne emerge un potenziale quadro da assumere come riferimento per i prossimi anni. Così la rigenerazione urbana dovrebbe mettere al centro la riqualificazione delle periferie; le attenzioni alle risorse naturali e alla promozione turistica dovrebbero essere orientate a sostenere un piano di potenziamento della ricettività, abbinando impegni precisi verso la connessione digitale dei borghi e delle aree interne.

Sul fronte infrastrutturale la richiesta del mondo industriale è di superare l’attuale isolamento dei territori e quindi dell’economia locale puntando sul collegamento con l’Alta Velocita e sulla realizzazione della stazione MedioEtruria nonché sul potenziamento dei collegamenti con l’aeroporto San Francesco.

Dove le criticità possono diventare opportunità

Nel rapporto “Umbria 2032” si indicano i principali punti di forza e di debolezza del sistema economico umbro. Tra questi, ve ne sono alcuni di particolare rilevanza in una prospettiva di sviluppo futuro che possono essere presi come riferimento anche da parte dell’ecosistema regionale delle costruzioni, anche se talvolta, con un segno diverso. Prendiamo ad esempio il dato relativo ai laureati sul totale degli occupati (22,5%) che posiziona l’Umbria al 4 posto tra le regioni italiane che se messo a confronto con la situazione dell’ingegneria civile perde di valore. Qui, infatti, si registra da alcuni anni un rilevante trend negativo di iscrizioni e del numero dei laureati rilevato dall’Università degli Studi di Perugia. Se poi aggiungiamo il calo verticale dei diplomi degli istituti professionali di interesse del settore ad iniziare dai geometri, siamo di fronte ad un’emergenza che richiede interventi e soluzioni strutturali e rapide. Viceversa, il gap infrastrutturale e di connettività, che pesa negativamente sul potenziale sviluppo economico e territoriale della regione assume un’importanza strategica per il settore e per il tessuto imprenditoriale, che proprio in questo ambito di mercato può essere una risorsa vincente, se saprà accettare la sfida della sostenibilità. Allo stesso modo maggiori investimenti in innovazione possono contribuire a trasformare le criticità sul fronte sismico e del dissesto idrogeologico in occasioni di opportunità.

Il valore aggiunto del sistema Ance

Se prendiamo in considerazione il tessuto imprenditoriale che oggi si riconosce in ANCE Umbria attraverso le due associazioni provinciali di Perugia e di Terni e lo confrontiamo con l’universo delle imprese censite dall’Istat a livello regionale, quel che ne emerge è il maggior valore aggiunto delle imprese associate in termini economici e rispetto alla capacità di assorbimento occupazionale. In ANCE confluiscono le imprese più strutturate, con più alti livelli organizzativi e che nella maggior parte dei casi seguono logiche industriali. Un processo che negli ultimi anni si è andato intensificando. Se, infatti, secondo il censimento dell’Istat sulla base del numero di addetti le imprese con oltre 20 dipendenti sono un’esigua minoranza, restando al di sotto del 4% del totale, tra le imprese associate esse costituiscono oltre un quarto (26%) assorbendo il 72,4% degli occupati del sistema ANCE. Il valore economico di queste imprese emerge ancor più se prendiamo in considerazione il dato relativo ai fatturati. Nell’universo statistico regionale oltre il 95% delle imprese restava al di sotto del milione di euro. Tra le imprese dell’ANCE tale dato scende al 32%, si tratta di microaziende, dove artigianato e specializzazione si sovrappongono. La fascia più significativa dell’ecosistema imprenditoriale associato, oltre la metà delle imprese, si attesta tra 1 e 5 milioni. Le medie imprese con un fatturato superiore sono il 16% e assorbono il 69% del totale del valore.

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Le aspettative delle imprese

In questo scenario qual è il livello di consapevolezza tra gli imprenditori delle costruzioni sull’importanza di innovare e di confrontarsi con i nuovi paradigmi della sostenibilità e della digitalizzazione dotandosi di nuove competenze? Dall’indagine diretta realizzata da ANCE Umbria emerge un quadro sostanzialmente positivo. Sia dai dati emersi all’interno dei focus group che nelle risposte ai questionari, gli imprenditori sembrano avere ben chiaro che il mercato è cambiato e che oggi non è possibile essere competitivi se non si presta grande attenzione all’evoluzione di una domanda sia pubblica che privata sempre più orientata verso prodotti e opere dove i fattori di sostenibilità siano prevalenti e dove la capacità di offrire garanzie e qualificazioni può fare la differenza. Cresce pertanto il valore delle certificazioni, che coinvolgono anche le professionalità. Egualmente si sente sempre più forte la necessità di dotarsi di processi di innovazione interni all’azienda a cui accompagnare nuove e più sostenibili soluzioni costruttive. Da qui la scelta di investire nelle competenze, nell’organizzazione e gestione aziendale e dei processi, il che vuol dire una sempre maggiore attenzione e interazione con modelli e tecnologie digitali, che coinvolgono sempre più anche il cantiere.

Le imprese premiate

In occasione dell’assemblea sono state premiate per la loro fedeltà associativa le imprese iscritte ad Ance da 25 anni (riportate di seguito) e l’impresa CALZONI SPA tra le aziende fondatrici dell’Associazione ben 75 anni fa:

  • Costruzioni Zaffini (Spoleto);
  • Menghini Edilizia (Castel Ritaldi);
  • Nanni & Figlia (Bevagna);
  • Santioni A. e Pascolini G. & C.(Gubbio);
  • Seprim dell’ing. Santini Giuseppe (Trevi);
  • Viventi (Fossato di Vico).
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