Sono migliaia le ingiunzioni di pagamento che sono state spedite dal Comune di Terni alle famiglie ternane in prossimità del capodanno per presunte situazioni irregolari nel pagamento del servizio mensa della scuola.
Già più di un genitore, nel primo giorno utile del nuovo anno, si è recato presso gli uffici dei servizi educativi comunali per avere chiarimenti sugli atti inviati ‘random’ a quasi tutti coloro che avevano usufruito del servizio di refezione scolastica.
Soprattutto perché le ingiunzioni sono arrivate senza specificare quali sarebbero stati i periodi contestati negli avvisi, ma è indicato soltanto il triennio che va dal 2014 al 2017, circostanza che mette in difficoltà le famiglie che devono cercare bollettini di pagamento di tre anni interi.
Terni, ‘regalino’ di fine anno del Comune | Ingiunzioni di pagamento ‘random’ per servizi mensa
La situazione sarebbe aggravata dal fatto che il terminale degli uffici comunali non funzionerebbe a dovere, in quanto sono segnalate situazioni pendenti che in realtà sarebbero perfettamente in regola. A coloro che si sono recati negli uffici comunali è stato detto che c’è tutta la disponibilità a fornire telefonicamente o di persona il periodo che viene considerato come non pagato.
Un modus operandi che certamente non aiuta il cittadino, non è in linea con la trasparenza amministrativa, ingolfa la macchina burocratica e mette il cittadino nelle condizioni di doversi difendere da una presunta irregolarità, senza neanche sapere quando questa irregolarità sia stata commessa.
Già nei giorni scorsi era intervenuto sulla questione il capogruppo del Partito democratico, Francesco Filipponi, mentre nella giornata di oggi ha preso una forte e chiara posizione anche l’esponente di Senso civico, Alessandro Gentiletti.
“La modalità con cui il Comune di Terni, a ridosso del Capodanno, ha inviato ingiunzioni di pagamento a migliaia di famiglie ternane, per la retta della mensa scolastica dei loro figli, – evidenzia Gentiletti – destano stupore e preoccupazione. Condivido pienamente le proteste di chi lamenta che nell’intimazione non è stato indicato né il mese né l’anno di riferimento, ma genericamente il triennio 2014 – 2017. La forma complica in modo ingiustificato il controllo della effettiva spettanza del credito. Il ritrovamento veloce e l’individuazione dei bollettini comprovanti l’avvenuto pagamento diventano, di fatto, impossibili.
Mi auguro e sono convinto che la decisione non sia stata adottata dall’amministrazione in modo consapevole, ovvero per scoraggiare coloro che hanno pagato dal volerlo dimostrare e così fare facilmente cassa con le mense scolastiche. Visto che riterrei vergognoso che per risanare i conti del Comune ci si affidasse a questi stratagemmi, depositerò una interrogazione volta a fare chiarezza sull’accaduto, la quale sono certo potrà fugare ogni dubbio. Nel frattempo chiedo che l’amministrazione si attivi per garantire accessibilità e trasparenza dei dati relativi alle ingiunzioni, mettendo a disposizione di tutti gli interessati personale e competenze, partendo da quelle famiglie che hanno ricevuto l’ingiunzione ma i cui figli non avrebbero neanche mai usufruito del servizio”.
