La Procura della Repubblica di Torino ha trasferito alle Procure territoriali di competenza l’indagine aperta dal pm Raffaele Guariniello sull’olio extravergine d’oliva che vede iscritte nel registro degli indagati i titolari di 7 oleifici italiani, tra cui la Pietro Coricelli spa di Spoleto. Ad annunciarlo è stata una nota del procuratore capo di Torino Armando Spataro, che sin dalle prime ore in cui si è diffusa la notizia, comunque, aveva paventato tale possibilità.
Spataro evidenzia che la decisione è stata presa dal sostituto procuratore Guariniello in piena intesa con lui. Oltre al reato di frode in commercio, si spiega, viene ipotizzato anche quello di vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Proprio quest’ultima accusa, più grave, determina la competenza delle Procure. Da qui la decisione di trasferire le inchieste a Firenze, Genova, Spoleto e Velletri, sede dei marchi coinvolti nella vicenda. Oltre all’oleificio di Madonna di Lugo, sono coinvolte nell’indagine le aziende olearie Carapelli, Bertolli, Sasso, Santa Sabina, Prima Donna ed Antica Badia.
Sin da subito, comunque, la Coricelli ha voluto rassicurare i consumatori sulla qualità dell’olio messo in vendita, spiegando che i test condotti, al centro dell’indagine, si fonderebbero soltanto su una prova d’assaggio del prodotto, quindi con “metodi di accertamento discutibili”. Spetterà ora alla Procura della Repubblica di Spoleto compiere ulteriori verifiche per valutare la sussistenza o meno dei reati ipotizzati.