E’ stata reimpiantata la mano all’operaio di 55 anni rimasto ferito ieri intorno alle 14 in un infortunio sul lavoro alla FBM di Dunarobba, nel Comune di Avigliano Umbro. L’uomo, di Marsciano, nel pomeriggio di ieri è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Terni ed è stato sottoposto ad un lungo e delicatissimo intervento di microchirurgia della mano eseguito dal dottor Antonio Azzarà e dalla sua equipe. L’intervento è durato più di cinque ore, durante le quali i chirurghi hanno reimpiantato la mano sinistra attraverso la rivascolarizzazione con sutura delle arterie e delle vene, riduzione di frattura di radio e ulna, osteosintesi delle ossa e sutura di nervi e tendini.
Attualmente – fa sapere l’azienda ospedaliera – il paziente è ricoverato in Rianimazione in condizioni critiche anche a causa della notevole perdita di sangue subita. Continuerà ad essere strettamente monitorato sia per le condizioni generali sia per eventuali complicazioni di tipo vascolare dell’arto impiantato.
Intanto già da ieri notte le organizzazioni sindacali hanno indetto 2 ore di sciopero a fine turno, fino al turno pomeridiano di questa sera, per manifestare profonda solidarietà al collega vittima dell’infortunio e per sottolineare la ferma volontà che le tematiche in questione vengano affrontate nel più breve tempo possibile.
I sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil ricordano infatti che l’evento nefasto ha visto coinvolto un operatore addetto alla manutenzione in forza presso lo stabilimento FBM di Marsciano, spesso inviato a Dunarobba per svolgere compiti di manutenzione ordinaria e straordinaria. “Tale evento – evidenziano – sottolinea tragicamente l’attualità del grido di allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali, affinché il confronto serrato tra le parti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non sia sacrificato sull’altare di una crisi certamente epocale, ma che non può spingere a porre in secondo piano la salute e l’integrità psico-fisica delle maestranze. L’aumento dei carichi di lavoro, dello stress correlato, la modifica delle turnazioni, etc., tutte misure adottate nello sforzo di far quadrare conti che non tornano, facendo leva spesso sulla necessità di mantenere intatti i livelli occupazionali, non può e non deve determinare un abbassamento del livello di attenzione rispetto alla questione sicurezza. Grande è la responsabilità su questo fronte, di chi negli anni passati come nell’attualità, si ostina a non adottare misure e piani industriali che diano respiro e producano un rilancio delle attività produttive del nostro paese, soprattutto del comparto edilizio e dei settori ad esso collegati, storicamente motore dell’economia italiana, preferendo prodigarsi in misure propagandistiche e fini a se stesse”.
Per questo, in relazione a quest’ultimo infortunio, Fillea, Filca e e Feneal chiedono “l’immediata convocazione di un tavolo da parte dell’azienda, per affrontare gli aspetti legati al grave infortunio di oggi e più in generale aprire un’approfondita discussione su tutti gli aspetti e le criticità che oggi possono costituire minaccia per la salute e la sicurezza di chi opera nell’impianto FBM di Dunarobba”.