“Il 2025 si è aperto negativamente sul fronte degli incidenti sul lavoro, con un nuovo episodio grave che ha coinvolto un lavoratore in un’azienda di logistica di Perugia. Una sequela di episodi e feriti, senza vittime, che non possiamo assistere inermi. Lanciamo infatti un nuovo forte appello al cambiamento radicale di mentalità per cercare di contrastare il ripetersi di tali tragedie cercando di arrivare, si spera il prima possibile, a quel “zero morti sul lavoro” che al momento appare solo un lontano miraggio. Noi non fermeremo nel denunciare ed urlare ad alta voce le nostre idee e convinzioni nella speranza di essere ascoltati sia dai datori di lavoro che dai lavoratori considerando, come Uil e Uiltrasporti, l’obiettivo dello zero morti sul lavoro non uno slogan ma una priorità”. A dirlo il segretario generale Uil Trasporti Umbria, Stefano Cecchetti (nella foto) e il coordinatore Salute e Sicurezza della categoria, Piero Iannini.
In questa ottica continueremo con ancora maggior impegno a svolgere il nostro compito di sindacalisti “ educatori”, e quindi saremo ancora più presenti nei luoghi di lavoro per cercare di fare capire alle aziende che i soldi spesi in sicurezza sono un investimento prezioso e non uno spreco di denaro… e dovremo essere ancora più incisivi verso i lavoratori (tutti indistintamente, iscritti e non) spiegando loro l’importanza delle norme in materia che, essendo degli obblighi, vengono percepite spesso, come un fastidio. Ma questi “fastidi” salvano la vita o preservano da invalidità permanenti, come dicono le amare statistiche del settore infortuni. Così come può prevenire qualsiasi sinistro lavorativo “il legittimo rifiuto a svolgere attività se si individua, nella stessa, un rischio per la propria salute e sicurezza” come prescritto nel D.Lgs 81/08 o Testo unico sulla sicurezza integrato dal D.Lgs 106/09. Si pensi alla semplice scivolata dovuta a calzature con suola non adatta al terreno dove si opera (che si trova tra i primi posti della classifica sopra citata) evento facilmente evitabile con accortezze maggiori e Dispositivi prevenzione infortuni di buona qualità.
Bisogna creare la cultura della prevenzione abbandonando la logica del “just in time” ritornando a ritmi ed orari di lavoro più “umani ed accettabili” nel rispetto della dignità dei lavoratori ai quali va, comunque, ricordato anche gli obblighi concernenti le loro mansioni oltre che tutelati nei loro sacrosanti diritti”.