“Per quanto attiene la questione dell’utilizzo di ceneri come rilevato nel territorio di Città della Pieve si specifica che a seguito delle prime notizie apparse sulla stampa nei mesi scorsi e relative alle preoccupazioni dell’opinione pubblica, il Comune di Città della Pieve già a Gennaio ha richiesto all’Arpa l’esecuzione di specifici controlli. In esito a quella istanza l’Arpa ha chiesto all’amministrazione di fornire elementi utili all’attività di indagine ambientale, il Comune quindi ha inviato già da un mese tutta la documentazione relativa all’unico sito ove sono state utilizzate, esclusivamente per la realizzazione del sottofondo, del campo sportivo di Ponticelli. In allegato agli atti la stessa autorizzazione comunale espressa a suo tempo su parere favorevole dalla competente Usl. “Si auspica che tutti gli elementi forniti possano rapidamente contribuire a fare piena luce su un argomento che desta preoccupazione nella popolazione non solo di Città della Pieve ma dell’area del Trasimeno – spiega il sindaco Fausto Scricciolo – Ci auguriamo che l’esito delle valutazioni sia il più celere possibile e nell’attesa vanno evitati allarmismi e strumentalizzazioni politiche su temi cari come quelli della salute e dell’ambiente”.
“Dopo il caso delle milioni di tonnellate di ceneri riversate alla fine degli anni ’80 su Fabro, denunciate nell’autunno scorso dall’intero M5S anche in Parlamento, è bene sapere che gli stessi portavoce M5S regionali e locali, unitamente agli attivisti di Piegaro e Panicale, avevano già aperto il filone della Valnestore, dopo 30 anni di silenzi, di omertà. Di paura. Una catena indegna che sarà spezzata…E’ doveroso parlare degli esiti infausti di tanto reiterato disprezzo delle regole: centinaia di morti e un territorio sfigurato, devastante scenario che rispunta oggi grazie alla testimonianza coraggiosa di chi “ha visto” e rifiuta l’omertà di chi mette la testa sotto la sabbia – o le ceneri. Siamo dunque dinanzi all’ennesima terra dei fuochi umbra, con il Movimento 5 Stelle anche qui in prima linea. Si accertino ora le responsabilità: da dove provenivano i rifiuti sotterrati a Pietrafitta e nel circondario? Chi ha concesso le autorizzazioni – qualora vi siano state? Chi doveva monitorare sullo stato di crescente inquinamento, testimoniato visibilmente anche dalle acque nerissime dei laghetti adiacenti alla centrale, e sulle condotte assunte? Quali attività hanno condotto i sindaci del posto, assessori regionali e rappresentanti eletti, rispetto a quanto certamente si mormorava non solo in loco?