“Nessuna indagine a mio carico, né a carico del movimento che rappresento a livello provinciale, è stata comunicata al sottoscritto né agli organi di stampa”. Così in una nota Antonio Ribecco, responsabile provinciale di Casapound Perugia, nipote ed omonimo di uno degli indagati nell’ambito della vasta operazione condotta in Calabria e in Umbria contro la ‘ndrangheta.
Ndrangheta ed elezioni, le intercettazioni che chiamano in causa i politici
“Tutte le ricostruzioni sulla recente operazione antimafia condotta sul territorio – prosegue Ribecco – hanno unanimemente certificato la totale estraneità mia e del movimento agli illeciti ascritti ad arrestati e indagati”.
E a proposito delle intercettazioni circa le mire della ‘ndrangheta sulla politica perugina, Ribecco afferma: “Dalle intercettazioni risulta, al contrario, che Casapound risulta essere, agli occhi di chi oggi è chiamato a rispondere di crimini di mafia, al di fuori dei soggetti da prendere in considerazione per un appoggio elettorale”.
“Davanti a tali evidenze, pure desumibili leggendo con attenzione gli articoli pubblicati – prosegue la nota – molti hanno ritenuto di manipolare la realtà con titoli fuorvianti e accostamenti che ledono l’onorabilità del nome mio e di Casapound e, di questo comportamento, saranno chiamati a rispondere in tribunale”.
“Evidentemente – conclude Ribecco – il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Dopo i processi mediatici di Ostia, cui non ha seguito nemmeno un atto giudiziario, e quelli penali di Napoli, conclusisi, dopo anni e centinaia di migliaia di euro dei contribuenti, con la totale assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’, ora si prova a ricreare a Perugia lo stesso clima intimidatorio nei nostri confronti. Ebbene, sappiano questi signori della stampa, che noi non ci faremo intimidire dalle loro menzogne”.