Controlli su costi e sulla gestione della raccolta. La guardia di finanza, secondo quando riportato questa mattina dal quotidiano Il Messaggero in un articolo a firma di Luca Benedetti avrebbe richiesto l’acquisizione di documenti nei 25 Comuni che compongono l’Ati2. “Informazioni che riguardano – si legge – gli estremi dei rapporti commerciali che i vari Comuni dell’Ati hanno con Gesenu, Trasimeno servizi ambientali e Gest, cioè le società della galassia Gesenu che gestiscono gli appalti nell’Ambito territoriale ottimale del Perugino”.
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Tra le richieste vi sarebbero i piani finanziari e le determine dirigenziali e delibere sia di giunta che di consiglio comunale che hanno portato alla determinazione della Tari (tariffa sui rifiuti). I Comuni a cui il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ha chiesto la documentazione sono Perugia, Assisi, Bastia, Bettona, Cannara, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Piegaro, San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno e Valfabbrica.
Il tutto quindi sotto il riflettore che dall’inchiesta della Forestale fino alle interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Perugia ha già ampiamente scosso il sistema dei rifiuti in Umbria. Ma non solo. Nelle stesse colonne si legge anche un’indiscrezione che “trapela da palazzo dei Priori” e riguarda una lettera che Manlio Cerroni, il socio di maggioranza di Gesenu, avrebbe scritto al Comune di Perugia e nella quale ci sarebbero passaggi chiari sul ruolo dei soci e alle vicende giudiziarie. Due ipotesi sarebbero sul piatto compresa, quella estrema di un passaggio di mano delle quote. Non resta che attendere a questo punto, per vedere se le indiscrezioni troveranno conferma nei fatti.
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