Inchiesta baby squillo, carabinieri cercano lo spoletino “R” / Le intercettazioni - Tuttoggi.info

Inchiesta baby squillo, carabinieri cercano lo spoletino “R” / Le intercettazioni

Luca Biribanti

Inchiesta baby squillo, carabinieri cercano lo spoletino “R” / Le intercettazioni

Una ragazzina pagava così le bollette di casa / In cambio sigarette, gratta e vinci, soldi e panettoni / Anche nel giorno di San Valentino
Sab, 10/05/2014 - 16:51

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Luca Biribanti

Per il momento restano dietro le sbarre delle carceri di Terni e Spoleto con accuse pesantissime: gli spoletini Sauro S. e Marco S. (operaio di una azienda di pompe funebri), rispettivamente di 66 e 48 anni, un operaio albanese residente ad Acquasparta, Sokol V. di 27 anni, e la madre di una delle ragazzine coinvolte nell’inchiesta ribattezzata “baby squillo”. Accusati dal Sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Perugia Giuseppe Petrazzini di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. Il quadro probatorio ha infatti convinto anche il gip, al termine degli interrogatori di garanzia, a non concedere le richieste di scarcerazione avanzate dai rispettivi avvocati. Nei guai, sono finiti anche tre ternani, fra i 78 e 69 anni (tra questi c’è anche un ex medico), per i quali è scattata invece la denuncia ed il divieto di avvicinamento alle ragazze coinvolte. La vicenda è scabrosa e rivela un giro squallido nel quale tre ragazzine fra i 14 e i 17 anni, avrebbero ricevuto denaro, telefonini, ricariche telefoniche , gratta e vinci, preziosi e pacchetti di sigarette in cambio di prestazioni sessuali. In un caso addirittura “due panettoni” che un cliente ternano avrebbe offerto alla ragazzina per incontrarla “sotto il solito ponticello”. Per la donna finita in manette, che in una occasione si sarebbe prostituita con la figlia e i due spoletini, si ipotizza anche che possa aver ricavato denaro dall’attività della figlia. Le prestazioni potevano andare da 20 a 150 euro, prezzi fatti più dai clienti che dalle donne coinvolte.

Si cerca uno spoletino – le indagini non sono ancora concluse e finora si contano una quindicina di clienti. Ai quali potrebbe aggiungersi un’altra persona, “R” (questa l’iniziale del nome che compare nelle carte), probabilmente di Spoleto, accompagnato dal Sokol a Terni da una delle “baby squillo’. I carabinieri che hanno condotto le indagini stanno cercando di identificarlo. Due delle ragazzine coinvolte sono di origine rumena, la terza ha origini ucraine. Ma vivono da sempre a Terni con le loro famiglie tanto che, a leggere l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Perugia Andrea Claudiani e che Tuttoggi.info ha potuto visionare, le stesse parlano con un marcato accento ternano. Ragazzine esili, dalla faccia pulita; difficile immaginare possano essere finite in un giro così barbaro. “Pisellina”, “tesoro”, “amore”, questi alcuni degli appellativi con i quali i clienti si rivolgevano alle ragazzine per concordare gli incontri. Telefonate, quelle riportate nelle intercettazioni telefoniche, che poco lasciano all’immaginazione. Il quadro ricostruito dagli inquirenti restituisce uno spaccato difficilmente pensabile nelle due ‘tranquille’ città umbre e che è stato fortunatamente sventato dalla Dia e dai carabinieri in poche settimane (i fatti sono compresi fra dicembre 2013 e marzo di quest’anno). Arrestati e indagati chiamavano continuamente le minori, chiedendo insistentemente incontri, con allusioni sessuali di basso profilo, arrivando persino ad esaltarsi per la prestazione sessuale ricevuta il giorno prima, o ad imbestialirsi magari per quella ‘andata male’ (vista l’età avanzata di alcuni dei soggetti incriminati).

Madre e figlia si prostituivano insieme. Sauro chiama Marco. I due parlano del fatto che si devono incontrare con le due donne (madre e figlia). La ragazzina informa Sauro che anche la madre andrà a Spoleto. Sauro dice che non fanno in tempo perché lui alle 13 deve andare ad un funerale a Foligno. Nella sequenza è chiaro che i due prendono due camere nel solito albergo (a ridosso del centro storico di Spoleto) per appartarsi con le due donne.
«Ma tu a mia madre quanto le dai?». Quando scopre che è la stessa cifra si arrabbia e lo caccia via. Le richieste dei clienti si fanno insistenti per coinvolgere anche un’altra ragazza. Sauro: “Aooo ha detto Marco che quella volta che manca a lui te la regala, basta che porti sai chi? Nooo mamma eh!”. La ragazza: “E chi?”. Sauro : “Quella che t’ha mandato i messaggi l’altro giorno quando stavi con lui due tre volte”. La ragazza: “Ah (e dice il nome di una delle altre due minorenni, ndr). Sauro: “Non fa nomi, non se fanno i nomi”. Ragazza: “Aoo se ce vole venì ognuno è padrone de quello che vole, se ce vole venì”. Sauro: “Ma come non ce vole venì, che quella pagherebbe per venì qua … come non ce vole venì, tu ce la devi a portà..tuu”. Poi più avanti la ragazza parla con l’amica che i due vorrebbero coinvolgere e le dice: “Mi hanno rotto il cazzo questi perchè dicono ‘se non vieni con lei non vieni per niente’. E ho litigato con loro (…) si perchè ora a me me pagano al mese”.
L’altra ragazza si convince a seguire l’amica a Spoleto ed insieme prendono il treno. Ad attenderli, come accertano i carabinieri che seguono a distanza i movimenti dei due, c’erano i due necrofori che, a bordo dell’auto di servizio, le portano in albergo per consumare il rapporto. E’ il giorno di San Valentino quando gli inquirenti presumono che anche la seconda minore abbia avuto un rapporto sessuale con uno dei due. Nei guai potrebbe finire anche il giovane albergatore: nonostante i due ‘clienti’ usino un linguaggio cifrato (“allora per domani due bruschette alle 10.30”, dove le ‘bruschette’ sono le camere), l’esercente risponde senza problemi: “ok, per domani ho libera la 101 e la 103, trovi le chiavi in camera e i riscaldamenti accesi”.

A Terni. Ci sono anche altri clienti interessati alla minore. A Terni un 66enne la chiama e le dice: “senti picchiò… che facciamo oggi?” e lei: “che vuoi fa…”, cliente: “vieni a casa?”, lei: “Io ci posso anche venì però ai miei che gli dico?”. Cliente: “Gli dici che vai a lavorà… fra due o tre ore.. ad una casa”. Lei: “e dopo i soldi do cacchio li prendo?” Cliente: “Te li do io venti euro… gli dici ho fatto tre ore”. C’è poi un uomo di 78 anni che parlando con un amico dice: “Senti ma tu dimme la verità, te la sei scopata mai?”, e l’altro: “e?? io no, no, no”, il primo: “no perchè te volevo di questo no, che la madre poco tempo fa te l’avevo raccontato, che gli ho prestato cento euro, e non me le ha date più. Perchè la figlia ia detto bè scontamo con il lavoro per lavare i panni e fare le pulizie di casa….io invece quando essa ce la faccio venii, le pulizie non gliele ho fatte fa mai, me la trombo…”. L’idea dell’ottuagenario sarebbe quella di ‘offrire’ la ragazzina all’amico e rientrare così dei 100 euro prestati alla stessa.

Una vicenda inquietante, sviluppatasi all’oscuro di almeno due famiglie, quelle delle due ragazzine più piccole che, proprio per la continua presenza e attenzione dei genitori, non hanno molti spazi di uscita. Probabilmente anche il padre della più grande è tenuto all’oscuro di quanto succede in famiglia. Il profilo della 17enne non è quello di una ragazzina attaccata a beni di lusso, anzi, sembra più volte i carabinieri la intercettano mentre si interessa dei problemi economici della famiglia. Eloquente una telefonata con la madre dove la studentessa dice “…sì, pago io la bolletta di 67 euro e papà pagherà quell’altra…io comunque quella la volevo pagare…”. La genitrice chiede spiegazione di come ha speso i 20 euro e lei: “mbe mamma, ti ho ricaricato il telefonino, ho fatto stamattina colazione, ho comprato biglietto andata-ritorno…marco da solo mi ha dato cento euro, mamma, cosa potevo chiedere ancora? 5 euro per i biglietti? Sarei stata proprio una zingara!”

(Ha collaborato Sara Minciaroni)

Riproduzione riservata

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