Ci sono voluti 13 mesi di indagini, condotte dai carabinieri di Valfabbrica, per dare un nome e un cognome ad uno dei malviventi che, la sera del 19 ottobre 2018, insieme ad altri due complici ancora ignoti, si era introdotto all’ora di cena in un’abitazione del piccolo Comune, rompendo un vetro della porta finestra del salone al primo piano.
Una volta all’interno dell’appartamento i tre avevano rovistato per tutte le stanze e rubato, dopo aver tagliato con un frullino la cassaforte, alcuni oggetti in oro.
Il furto non aveva portato conseguenze ulteriori solo grazie al tempestivo arrivo della pattuglia dei carabinieri. E’ stato proprio il celere intervento a far commettere l’errore alla banda. Uno dei malviventi infatti, nella concitata fuga per sottrarsi all’arresto, aveva perso un guanto che, una volta repertato dagli inquirenti, grazie alla professionalità del militari del Ris di Roma, ha permesso di accertare tracce di Dna e quindi “la firma” dell’autore del furto.
Si tratta di un 31enne di origini albanesi, pluripregiudicato per reati analoghi, già tratto in arresto nel novembre 2019 dai carabinieri di Valfabbrica, unitamente a quelli di Osimo, dopo aver razziato oro e soldi da alcune abitazioni nelle Marche.