L’Umbria fa squadra e crea una task force per combattere i tumori del sangue. Dall’incontro “Leucemia linfatica cronica in Umbria: dal registro di patologia alla costituzione di una rete ematologica regionale” – organizzato a Perugia con il sostegno del Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” – arriva un messaggio importante che la task force composta da medici, pazienti e associazioni rivolge alle nuove Istituzioni regionali: è urgente mettere in rete le strutture sanitarie della Regione impegnate nella cura delle malattie del sangue quali leucemie, linfomi e mielomi: garantire a tutte le persone che hanno un tumore del sangue pari opportunità e un percorso di cura uniforme su tutto il territorio.
Le Reti Ematologiche, come già accade in diverse regioni italiane, sono fondamentali nella lotta contro i tumori del sangue, anche perché ora sono disponibili terapie avanzate che stanno rivoluzionando l’approccio terapeutico e cambiando le prospettive di sopravvivenza.
Chianelli: “Importante garantire la tempestività”
Dichiara Franco Chianelli del Comitato per la vita Daniele Chianelli, Associazione Onlus per la ricerca e la Cura delle Leucemie, Linfomi e Tumori di Adulti e Bambini: “Contro i tumori del sangue in Umbria è stato fatto moltissimo per garantire ai pazienti cure adeguate e tutta l’assistenza necessaria. È però importante non perdere tempo e garantire a tutte le persone, in ogni parte dell’Umbria, la possibilità di accedere con tempestività e in completa sicurezza alle moderne modalità di cura per le malattie del sangue, qualunque sia il grado di complessità terapeutica richiesto dalla patologia. Per questo chiediamo la costituzione di una Rete Ematologica Umbra, seguendo l’esempio di altre regioni che, attraverso il coinvolgimento coordinato degli specialisti, garantiscono livelli di alta specializzazione in campo diagnostico e terapeutico omogeneamente su tutto il territorio rendendo meno arduo il cammino delle persone colpite da tumore“.
I numeri dell’ematologia
L’ematologia italiana è fra le prime al mondo nella cura di leucemie, linfomi e mielomi. In Umbria, i Centri specializzati in ematologia oncologica sono 6 (Perugia, Terni, Foligno, Spoleto, Branca, Citta di Castello). Solo a Perugia i pazienti seguiti annualmente sono oltre 3.500, mentre sono circa 400 i nuovi casi di tumore del sangue diagnosticati ogni anno. In tutta la Regione si contano circa 700 pazienti con Leucemia Linfatica Cronica.
“L’ematologia è una realtà di estrema complessità oltre che di alta specializzazione – dichiara Paolo Sportoletti, Professore Associato, Istituto di Ematologia (diretto dal prof. Brunangelo Falini), Università degli Studi di Perugia -. Le esperienze di altre realtà regionali di una vera e propria rete ematologica distinta da quella oncologica, hanno dimostrato che le Reti contribuiscono in maniera sostanziale a coniugare l’alta specializzazione con la presa in carico sul territorio favorendo al contempo sostenibilità economica e bisogni dei pazienti. Una Rete Ematologica Umbra sarebbe un “partner qualificato” delle Istituzioni per ottimizzare le risorse umane e tecnologiche e per garantire al paziente ematologico un percorso di cura ottimale ed uniforme su tutto il territorio regionale tenendo conto delle continue acquisizioni scientifiche in campo diagnostico e terapeutico”.
Il punto sulle terapie
L’incontro “Leucemia linfatica cronica in Umbria: dal registro di patologia alla costituzione di una rete ematologica regionale” – realizzato con il contributo non condizionato di AbbVie – ha fatto il punto in particolare sulle nuove prospettive per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica, la forma di leucemia dell’adulto più frequente nel modo occidentale. Su questo tema l’Ematologia umbra si conferma in prima linea nel fronteggiare la sfida dei tumori del sangue caratterizzati da un’incidenza in ascesa vertiginosa nella terza età.
“Oggi è possibile offrire a ciascun paziente terapie sempre più mirate e appropriate a partire dalle caratteristiche genomiche del suo tumore” dichiara Ilaria Angeletti, Oncoematologia, Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni. “Tra queste – spiega – sono comprese anche le nuove terapie “intelligenti” in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali nei pazienti con leucemia linfatica cronica, una malattia che colpisce il midollo osseo e il sangue da cui, come dice il nome stesso, non è possibile guarire. Per questi pazienti potremo presto utilizzare una combinazione di farmaci, senza chemioterapia, che per la prima volta può essere prescritta per una durata fissa: ovvero dopo 24 mesi i pazienti che soffrono di questo tumore del sangue potranno interrompere l’assunzione del farmaco. Questi numerosi traguardi diagnostici e terapeutici nell’ambito delle neoplasie ematologiche rendono sempre più necessaria l’elaborazione di un approccio condiviso per la gestione integrata del paziente. Una rete in grado di garantire la diffusione sul territorio di centri di eccellenza, di tecnologie ad elevato standard e delle terapie più aggiornate ed efficaci che stanno rivoluzionando l’approccio terapeutico e cambiando le prospettive di sopravvivenza”.
Con oltre 33 mila nuovi casi diagnosticati ogni anno, i tumori del sangue si collocano al quinto posto della classifica dei più frequenti nel nostro Paese.
“La lotta a leucemie, linfomi e altri tumori ematologici di adulti e bambini è la nostra priorità assoluta. Le reti di patologia possono essere uno strumento importante non soltanto per la diffusione di conoscenze tra professionisti, permettendo loro di indirizzarsi verso le opzioni terapeutiche più appropriate, ma anche per garantire al cittadino l’accesso a percorsi di cura standardizzati, di qualità e uniformi su tutto il territorio regionale affinché nessuno sia lasciato da solo” conclude Franco Chianelli, presidente del Comitato Chianelli.