Ims, tensione in comune a incontro con parlamentari, Pdl diserta riunione. Giannini, Fiom, prima rischia di prenderle, poi proclama lo sciopero – Foto e Video TO®, guarda - Tuttoggi.info

Ims, tensione in comune a incontro con parlamentari, Pdl diserta riunione. Giannini, Fiom, prima rischia di prenderle, poi proclama lo sciopero – Foto e Video TO®, guarda

Redazione

Ims, tensione in comune a incontro con parlamentari, Pdl diserta riunione. Giannini, Fiom, prima rischia di prenderle, poi proclama lo sciopero – Foto e Video TO®, guarda

Ven, 30/09/2011 - 23:59

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E’ stata un’altra giornata di tensione per i dipendenti della ex Pozzi, l’Ims del Gruppo Castiglioni, giunti ormai al dodicesimo giorno senza stipendio. Dopo l’incontro di ieri fra Comune e parti sociali, è stata la volta di quello fissato dal primo cittadino con i parlamentari umbri per fare il punto della situazione e adottare ogni strategia idonea a far ripartire l’azienda.
Presenti e assenti – in municipio giurano di aver invitato tutti gli eletti al Parlamento. Ma all’incontro dei 15 parlamentari ce n’erano 5 su 8 del Partito democratico (Verini, Bocci, Sereni, Fioroni e Trappolino; assenti Agostini, Ferrante e Rutelli) e 1 solo per il Pdl, il senatore Benedetti Valentini (assenti Asciutti, Girlanda, Laffranco, Rossi, Speciale e Urbani). Tanto che il consigliere comunale Marco de Angelis ha ironicamente invitato Valentini a ringraziare i “suoi colleghi di centro destra per l’attenzione mostrata alla città e a questi lavoratori”. Ai lavori hanno partecipato quasi tutti i consiglieri comunali a cominciare dalla presidente dell’assemblea Patrizia Cristofori. Ad attendere fuori una cinquantina di lavoratori che hanno fatto non poche pressioni affinchè il sindaco estendesse l’invito ad una loro delegazione. C’è da capirli, non si fidano più del sindacato, e vogliono ascoltare con i propri orecchi cosa hanno da dire chi sta decidendo per il loro futuro.
Tavolo regionale – la seduta è stata, a detta dei partecipanti, costruttiva con l’incontro fissato per il 7 ottobre in Regione al quale prenderà parte anche la Proprietà della Industrie Metallurgiche. Un appuntamento fondamentale, a detta anche dei parlamentari: l’istituzione di un tavolo regionale consentirà loro meglio di poter intervenire sul Ministero dello Sviluppo economico. Difficile al momento capire il percorso che si potrà intraprendere anche perché dal Palazzo fanno sapere che di ‘tamponi’ la società difficilmente ne potrà ricevere: solo già molti quelli ricevuti nel recente passato da non giustificare la crisi attuale, neanche di fronte alla attuale crisi economica che attanaglia il Paese, specialmente il settore auto e edile, quelli al quale si rivolge l’azienda di Castiglioni.

La lettera dei famigliari – che la situazione sia grave per i dipendenti e le famiglie lo si evince anche dal disperato ma dignitoso appello lanciato dai congiunti degli operai alle massime autorità incluso il sottosgretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta e al ministro Romani: “Siamo molto preoccupati – scrivono i famigliari – perchè da luglio tra cassa integrazione e ferie forzate non vediamo più sicurezza per il reddito delle nostre famiglie .Stante il fatto che l'azienda è tra le poche a Spoleto a garantire un lavoro, chiediamo l'interessamento delle istituzioni locali e regionali per supportare per quanto possibile le nostre preoccupazioni, perchè la maggior parte dei dipendenti ha famiglie con minori e mutui accesi da onorare.Ci rendiamo conto della situazione di crisi dell'economia mondiale ma facciamo presente che se la Castiglioni Group ci abbandona, viene a spegnersi una realtà storica e produttiva del polo spoletino. La crisi della ex Pozzi avrebbe un effetto domino molto rilevante nel tessuto economico e sociale dell'intero comprensorio, cosa questa che a parer nostro non sarà proficua nè per il Comune nè per la Regione. Gli operai e gli impiegati dell'Azienda vogliono solo poter lavorare e continuare a svolgere i propri compiti con la serietà e la professionalità che da sempre è stata il loro credo la loro mission. Perciò – concludono – rinnoviamo la richiesta a chiunque: Stato, Regione e Comune a supportare la dirigenza della nostra Azienda al fine di mantenere viva una importante presenza produttiva dell'economia regionale. E così continuare a produrre reddito per tutti”.

Il proclama di Giannini (Fiom) – ma torniamo in Comune. Sulla piazza antistante si registrano momenti di tensione. A rischiare di farne le spese è il sindacalista della Cgil, Francesco Giannini il quale, a dispetto della pensione maturata la scorsa primavera, segue ancora la categoria dei metalmeccanici. Si vede che in Fiom non hanno più nessuno a rappresentarli. Giannini, e il sindacato in genere, non era invitato all'appuntamento, ma lui c'è voluto andare lo stesso. Dice per dimostrare la propria “vicinanza ai lavoratori”. Che però non ne vogliono più sapere delle sue “strategie” e promesse. Così alcuni di loro si rivolgono ad un agente per chiedere cosa devono fare per organizzare un presidio in occasione del 7 ottobre. “Non vogliamo più stare sotto quella bandiera” strillano. Giannini è chiuso nel Palazzo. Poco prima a momenti rischiava di prenderle quando, di fronte agli operai che denunciavano di non ricevere lo stipendio da un mese, se ne era candidamente uscito così: “no, sono solo 12 giorni”. Ecco. Per fortuna che non si picca quando poi lo chiamano con il soprannome di Mimì metallurgico. La riunione finisce, sindaco e consiglieri si dividono per parlare con i vari gruppi di dipendenti. C’è chi applaude, chi incita a non mollare la lotta. Mimì, pardon Giannini, si riaffaccia timidamente. Ai giornalisti dichiara che a lui gli operai “vogliono bee”. Sì, viene da pensare, uno l’abbraccia e l’altro lo accarezza mena sotto lo cintola. Il sindacalista capisce che la situazione per lui è imbarazzante e allora sfodera un coupe de theatre: “Il 7 sarà sciopero in fabbrica”, butta là, “metteremo a disposizione i bus per partire verso Perugia dove manifesteremo sotto la Regione”. Qualcuno lo sollecita a far aderire anche gli impiegati, a dimostrazione che le divisioni fra colletti bianchi e tute blu non sono solo a Mirafiori. Il sindacalista ha dimenticato solo un piccolo particolare, piccino picciò: della sua iniziativa non ha detto nulla a Cisl e Uil. Che in serata fanno sapere di non aver nulla in contrario, ma di volerne discutere insieme lunedì mattina. “E’ il solito Mimì” sbotta un collega al telefonino.
(Carlo Ceraso)
© Riproduzione riservata

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