E’ stata accolta con soddisfazione dalle associazioni venatorie la sentenza di improcedibilità emessa dal Consiglio di Stato nei confronti dell’appello promosso dalle associazioni ambientaliste e animaliste nei confronti della sentenza del Tar Umbria 670-2024 che aveva riconosciuto la correttezza del Calendario venatorio per l’anno 2024-2025
Un provvedimento che, di fatto, chiude il contenzioso che, come quasi ogni anno, impegna associazioni ambientaliste da una parte e Regione Umbria e associazioni venatorie dall’altra davanti agli organi di giustizia amministrativa.
Una soddisfazione che non appare per tutti la stessa. “Non posso certo dire di essere scontento, ma avrei preferito una sentenza positiva nel merito“ commenta l’avvocato Marzio Vaccari, che ha rappresentato la Libera Caccia, L’Enalcaccia ed il C.P.A. “In realtà, i recenti aggiornamenti a parte della Commissione Europea – argomenta – hanno dimostrato quello che noi andiamo dicendo da anni, e cioè che il periodo di migrazione prenuziale delle specie di uccelli interessate dal ricorso, avviene dopo la fine del Calendario venatorio. Pertanto, il ricorso delle associazioni ambientaliste non aveva ragione di essere”.
“Inoltre – prosegue l’avvocato Vaccari – anche il via libera da parte del Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale era un elemento in merito al quale avrei apprezzato una conferma, dopo che il Tar dell’Umbria ne aveva convalidato la rilevanza. E’ chiaro che il Consiglio di Stato, contrariamente ad altre pronunce – conclude Vaccari – ha preferito una soluzione salomonica, ritenendo l’appello improcedibile per difetto di interesse delle associazioni ambientaliste, dato che il Calendario venatorio aveva esaurito i propri effetti”.