Imprenditore di Foligno arrestato per droga: Per incastrarlo gli misero un etto di "coca" nell'auto di lusso - In tre alla sbarra, uno è un finanziere - Tuttoggi.info

Imprenditore di Foligno arrestato per droga: Per incastrarlo gli misero un etto di “coca” nell'auto di lusso – In tre alla sbarra, uno è un finanziere

Redazione

Imprenditore di Foligno arrestato per droga: Per incastrarlo gli misero un etto di “coca” nell'auto di lusso – In tre alla sbarra, uno è un finanziere

Mar, 04/06/2013 - 20:51

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Sara Minciaroni

Era il gennaio del 2008 quando P.O., noto imprenditore di Foligno, oggi 57enne venne arrestato per detenzione ai fini di spaccio di oltre un etto di cocaina purissima che i finanzieri trovarono nel portabagagli della sua lussuosa Mercedes.

La condanna in primo grado. Per quel reato l'uomo ha subìto un processo che in primo grado ne ha decretato la condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione, con il rito abbreviato. Ma l'imprenditore che all'epoca era anche proprietario di una nota discoteca a Rivotorto di Assisi aveva sempre negato ogni addebito.

“Mi vogliono incastrare”. Secondo l'arrestato era stato qualcun altro a mettere la droga nell'auto e ad “incastrarlo”, facendo poi una segnalazione alla Guardia di Finanza.

La Procura apre un'indagine. Le dichiarazioni dell'imprenditore non avevano lasciato indifferente la Procura che decise di avviare un'indagine poi concretizzatasi con il rinvio a giudizio di tre persone. Secondo il pubblico ministero Antonella Duchini infatti in tre ebbero un ruolo nel piazzare la droga, fare la “soffiata” e fare in modo che si attivasse il “blitz” della guardia di finanza.

Tre rinviati a giudizio, uno è un finanziere. Uno dei soggetti alla sbarra per il processo il cui primo testimone è stato sentito ieri dai giudici Mautone, Noviello e Volpe è nientemeno che un militare della guardia di finanza all'epoca in servizio proprio alla compagnia di Foligno. Gli altri due sono rispettivamente un ex dipendente della discoteca, che secondo la tesi accusatoria potrebbe aver agito per risentimento nei confronti dell'ex titolare e un'altra persona che oltre al lavoro di pr sempre per il locale all'epoca lavorava anche per la concessionaria dove nella stessa giornata della perquisizione l'imprenditore aveva ritirato l'auto.

La tesi dell'accusa. Secondo l'accusa i due lavoratori in concorso tra loro e con persone non identificate, nel periodo precedente l'arresto, occultarono nel bagagliaio la droga ed un bilancino di precisione. La droga secondo l'accusa potrebbe essere stata inserita nell'auto proprio grazie al fatto che uno degli imputati lavora nell'officina da cui P.O. ritirò il veicolo. Poi comunicarono al finanziere il fatto. E proprio il militare, sempre secondo il quadro accusatorio, avrebbe comunicato, se pur consapevole dell'innocenza dell'uomo, ai suoi superiori la “falsa notizia”, dando origine all'operazione.

L'imprenditore parte civile. Una vicenda complessa, un processo che vede accorpati più e diversi capi d'imputazione, numerosi imputati per reati diversi e lo stesso imprenditore sia come imputato che come parte civile. Ieri pomeriggio si è tornati in aula per discutere del primo capo d'mputazione quello che vede l'imprenditore costituitosi come parte civile in virtù del danno che ritiene di aver subito in seguito all'arresto e alla successiva condanna. Si è sentito il primo testimone, l'allora comandante della compagnia delle fiamme gialle di Foligno.

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