I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Perugia hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale del sequestro e contestuale confisca di quote societarie, beni mobili e immobili, per un ammontare complessivo di oltre 12 milioni di euro, riconducibili ad un imprenditore della provincia di Perugia operante nel settore del commercio di carburanti, con plurimi precedenti penali per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi fiscali, frode in commercio, dichiarazione fraudolenta, utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e sottrazione al pagamento delle accise.
Il provvedimento è stato emesso, su proposta della Procura della Repubblica di Perugia, dal Tribunale di Perugia – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione e si inserisce in un più ampio contesto di contrasto alle attività illecite nel settore economico e finanziario. A renderlo noto è una nota della stessa Procura guidata da Raffaele Cantone.
Le indagini patrimoniali effettuate dalle Fiamme Gialle hanno fatto emergere come il patrimonio accumulato dal predetto imprenditore, connotato da pericolosità sociale e rientrante nella particolare casistica dei cosiddetti “soggetti fiscalmente pericolosi”, risultasse sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale.
La puntuale ricostruzione, effettuata dai finanzieri del Nucleo P.E.F. di Perugia, ha consentito di accertare la disponibilità da parte del “proposto” di molteplici beni acquisiti nel periodo di manifestazione della pericolosità stessa, quali quote societarie, diritti di proprietà di tre distributori di carburante ubicati in Perugia, Deruta e Magione, di un immobile destinato ad attività ricettiva e di ristorazione in Magione nonché di alcuni terreni situati nella provincia di Rieti e Roma.
Il Tribunale di Perugia, nel corso delle diverse udienze tenutesi, non ha ritenuto le ragioni addotte dal soggetto proposto per l’ applicazione della misura di prevenzione, sufficienti ed idonee a giustificare l’origine lecita dei flussi di denaro impiegati per l’acquisto dei citati beni riconducendo – invece – la sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti patrimoniali all’ accumulo dei profitti illeciti derivanti dalla perpetrazione, negli anni, di molteplici reati da parte del proposto e disponendo, quindi, in applicazione della normativa sulle Misure .di Prevenzione, il provvedimento ablativo.
Al sequestro del patrimonio è seguita la nomina di un amministratore giudiziario, che si occuperà della gestione e della futura destinazione dei beni confiscati, nel rispetto delle normative antimafia e delle procedure previste dalla legge.