di Carlo Ceraso
Spoleto leghista? Sembra assurdo in una città a maggioranza di centro sinistra – dove gli uomini del Carroccio, alle ultime amministrative, non sono riusciti a sfondare neanche l’1% – ma a guardare il bando pubblicato dal Comune per l’affidamento dello sportello interculturale, il dubbio viene. E neanche tanto leggero. Saranno pure i tagli al sociale del Governo Berlusconi, come si sperticano a dire dal piddì festivaliero, le difficoltà finanziarie di ogni genere che attanagliano gli enti locali: certo è che a Spoleto la scure tocca pesantemente quello che è unanimente ritenuto come un ‘gioiello’, un modello a cui ispirarsi. Tanto da ricevere le lodi delle massime autorità (il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi ha respinto la proposta presentata da Luigi Sammarco che voleva creare un secondo sportello, tanto era ben gestito quello comunale) e persino dei tutori della legge.
Lo sportello interculturale, fortemente voluto dalla prima Giunta Brunini nel 2004, è diventato con il tempo una realtà. Da quella data, costretti a continui rinnovi di contratto (forse perchè non meritano una stabilizzazione come certi ormai ex collaboratori comunali?), vi lavorano tre extracomunitari, uno dei quali ha da anni acquisito la cittadinanza italiana (agli altri due arriverà a breve). Tutti laureati, chi in economia, chi in giurisprudenza, chi la laurea l’ha presa in matematica a Perugia, e che hanno ottenuto numeri da record. Sono infatti più di 4mila l’anno gli accessi registrati allo sportello, che non riguardano solo gli stranieri residenti nell’Ambito 9 (quello dove ricade Spoleto insieme a Castel Ritaldi, Campello e Giano): a via dei Filosofi si rivolgono anche extracomunitari residenti a Foligno, Norcia, Terni e in qualche caso anche a Perugia. Ma veniamo al bando.
A dicembre 2010 è scaduto il contratto dei 3 che da sette anni prestano la propria opera nell’ufficio interculturale. Il contratto viene prorogato per qualche mese, giusto il tempo di consentire agli uffici del neodirigente Nichinonni di approntare il nuovo bando. Ed eccola la “pensata” affissa all’albo pretorio, da andarne fieri pure a Pontida.
La prima perla fa bella mostra di sè alla voce “compenso”. I vincitori percepiranno la stratosferica somma di 7.333 euro lordi l’anno che includono, udite udite, “qualunque spesa sostenuta dall’incaricato ivi compresi gli spostamenti necessari allo svolgimento dell’incarico medesimo”. L’ultimo Bando (delibera n. 377 del 25 novembre 2008), firmato dalla dirigente Antonella Quondam, aveva invece confermato in 11mila euro lordi l’emolumento per ogni addetto. Più le eventuali spese di trasferimento. Che ora si è pensato di tagliare. Perchè quei tre, ogni qual volta c’era bisogno di portare documenti alla Questura o in Prefettura ricorrevano all’uso di un mezzo, treno o auto che sia. Capito i furbetti… anzichè farseli in bicicletta o a piedi, con piè veloce ovviamente, se la prendevano comoda ricorrendo ad un mezzo di trasporto. Via quindi i rimborsi spese e un bel taglio del 33% agli emolumenti. Tiè! Ma non è tutto. Così come per il bando della Scuola musicale, il Comune, tanto per risparmiare un altro cicinino sui futuri aspiranti a quel remuneratissimo posto di addetto allo sportello, ha pensato bene di inserire la possibilità di effettuare uno sconto sul prezzo base di 7.333 euro. Tanto per scatenare la più classica delle guerre tra poveri. Aritiè!
La seconda perla riguarda i ‘criteri di selezione’, dove al punto 6. si richiede “la conoscenza della lingua italiana scritta e parlata” con gli aspiranti che al colloquio dovranno dimostrare di possedere “chiarezza espositiva, capacità di sintesi, di esemplificazione….nel giudizio si terrà conto della precisione concettuale e del modo di esprimersi”. Insomma è richiesto un italiano perfetto. Non come nel precedente bando dove la Quondam aveva previsto anche il possesso di “conoscenze linguistiche”. D’altra parte la nuova Giunta ha ragione: chi vuoi che si rivolga allo sportello interculturale, uno straniero? A chi può interessare una pratica di ricongiungimento familiare, un permesso di soggiorno, una richiesta di cittadinanza? Ma a noi italiani, per dirindindina. E se a qualcuno di oltre confine venisse voglia di andare in Via Filosofi, ora sa che dovrà parlare un italiano forbito. Così s’impara a venire in Italia! E pensare che la Lega era finita nella graticola quando aveva proposto il test di italiano per quegli stranieri che volevano richiedere il permesso di soggiorno prolungato. Ecco, a Spoleto la lingua di Dante se la devono studiare prima di entrare sul suolo patrio, perché altrimenti non ci scappa neanche una informazione.
A completare il monile perlifero sono i punteggi. Nel 2008 erano previsti 20 punti (5 per i titoli, 5 per esperienza professionale, 3,5 per conoscenza normativa, 3,5 per quella del sistema territoriale e 3 per la conoscenza di altre lingue). Oggi il punteggio di valutazione sale a 45,20 così suddivisi: 2,7 punti per corsi di aggiornamento, 7,2 per esperienza in pubbliche amministrazioni (3,6 in aziende private), 5 punti per l’offerta economica (ovvero lo sconticino che non ti negano neanche alla fieretta del venerdì), mentre ben 30 punti sono per la valutazione del colloquio. E i titoli? Per quelli, in Municipio hanno pensato che una eventuale laurea potrà valere ben 0,3 punti…
I dubbi – il nuovo bando di selezione non prevede un orario minimo di servizio, anche se “dovrà essere garantito l’orario di accoglienza al pubblico”. Fino ad oggi gli addetti, per poco più di 700 euro nette al mese, svolgevano 18,5 ore di servizio alla settimana (la metà di un dipendente pubblico) a cui sommare altre 4 ore settimanali per “aggiornamenti culturali e normativi”. Ora delle due, l’una. O il Comune taglierà le ore di apertura dello sportello nella stessa percentuale fissata per il taglio degli emolumenti – che equivale a ridurre di un terzo il servizio, ovvero non evadere un centinaio di accessi al mese – o, mantenendo lo stesso orario, lucrerà letteralmente sulla pelle dei prossimi addetti che andranno a percepire poco più di 400 euro al mese per lo stesso servizio. Ma a chi giova tutto questo? Sicuramente a nessuno, anche se c’è chi maligna che una diminutio dello sportello (reso gratuitamente agli stranieri) andrebbe sicuramente a vantaggio di eventuali privati. E' sicuramente una coincidenza, ma guarda caso da un paio di mesi è stato aperto in città, a ridosso delle mura urbiche, un ufficio che aspira a sbrogliare le stesse “faccende”, ovviamente a pagamento. E su questa apertura le solite malelingue hanno voluto intravederci qualche presunto conflitto di interesse.
I dati – Su 38mila abitanti gli extracomunitari sono 4.200, l'11% della popolazione. Fatta eccezione per i romeni, entrati nell’U.E. e dunque chiamati ad un minor disbrigo di pratiche, l’etnia maggiore è quella albanese (ca. 1.200 i residenti) seguita da quella magrebina (500) e del Sudamerica (300). Impossibile contattare sulla vicenda, che si preannuncia a dir poco imbarazzante per l'amministrazione, il sindaco Benedetti, fra i promotori nel 2004 dell'iniziativa (era assessore ai servizi sociali). Come è stato impossibile parlare con i tre addetti che, raggiunti telefonicamente da TO®, si sono trincerati dietro il massimo riserbo. Con i giornalisti non vogliono proprio parlare, nè commentare nulla. Sono ovviamente preoccupati, non solo di perdere il posto di lavoro ma anche di esser costretti a dover effettuare lo sconticino per mantenerselo. C’è da comprenderli, dopo tutto cominciano a sospettare di essere davvero figli di un dio minore.
(ha collaborato Carlo Vantaggioli)
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