Il Tar dell’Umbria sospende l’avvio della stagione di caccia fissato, da Calendario venatorio, al 18 settembre, accogliendo, in attesa del giudizio di merito, la sospensiva richiesta, con ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste. Lo stop riguarda le specie quaglia, beccaccia, alzavola, marzaiola, germano reale, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone,
porciglione, tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, fagiano e starna, nonché per
la piccola selvaggina, che in base al parere espresso da Ispra non dovrebbero essere cacciate prima del 1° ottobre.
In pratica, dal 18 settembre e almeno fino al 4 ottobre, in Umbria si potrebbe cacciare solo colombaccio, merlo, cornacchia grigia, gazza, volpe, lepre, coniglio selvatico e dal 1° ottobre l’allodola.
I giudici amministrativi hanno riconosciuto “il paventato pericolo che l’apertura al 18 9.2022 possa arrecare danni irreversibili al patrimonio faunistico, sia pure limitatamente alle specie sopra indicate”. Da qui l’accoglimento della sospensiva, fino all’udienza collegiale di merito fissata per il 4 ottobre. In cui saranno discusse anche le altre eccezioni poste dagli ambientalisti.
Il Tar si è pronunciato nella tarda mattinata di mercoledì 7 settembre e il provvedimento è stato firmato dal presidente Raffaele Potenza. La Regione Umbria non si era costituita in giudizio di fronte al ricorso presentato da Associazione Italiana per il World Wide Fund Of Nature, W.W.F. Italia Onlus,
Lega Italiana Protezione Uccelli, L.I.P.U. Odv, Legambiente Umbria Aps, Lega
Anti Vivisezione – L.A.V. Onlus, Lega per L’Abolizione della Caccia, L.A.C.
Onlus-Odv, Ente Nazionale Protezione Animali, E.N.P.A. Onlus, in persona del
legale rappresentante pro tempore Andrea Filippini.