Sopralluogo della Commissione provinciale vigilanza allo stadio “Renato Curi” in vista della partita Perugia – Ascoli di sabato, esordio interno per i Grifoni nel campionato di Serie B.
Un sopralluogo che è un atto dovuto per gli spazi che ospitano grandi eventi, ma che ha riaperto il dibattito sui lavori di adeguamento del “Curi” e sulla costruzione del nuovo impianto.
Numerosi infatti i commenti al post dell’assessore comunale allo Sport Clara Pastorelli, in cui si lamentano le cattive condizioni dell’impianto e i ritardi in merito al progetto che dovrebbe portare alla realizzazione del nuovo “Curi”. “Entro i prossimi mesi sapremo in modo definitivo anche per il tanto agognato nuovo stadio” ha scritto l’assessore rispondendo alle sollecitazioni dei tifosi. Aggiungendo poi: “Si sta facendo tutto ciò che si deve fare sul vecchio e per il futuro speriamo nuovo stadio”.
Perché il nodo sta proprio in questo: servono tanti soldi per adeguare il vecchio “Curi” e non ci sono ancora certezze sull’investimento per dotare Perugia di un nuovo impianto.
Intanto, per la partita con l’Ascoli, tra agibilità e limitazioni agli ingressi legati al Covid, sono ammessi 5.300 spettatori. Una capienza ben lontana dalle partite d’altri tempi. Ma in linea con l’attuale Serie B, almeno vedendo gli spettatori della prima giornata. Che oscillano tra i 5.800 di Reggio Calabria ai 955 del minuscolo stadio di Lignano Sabbiadoro dove si è disputata la partita Pordenone – Perugia. Un calo di spettatori dovuto alle restrizioni delle norme anti Covid (per l’ingresso serve il Green pass) e alle dirette tv e in streaming che tengono lontani, almeno in Italia, tanti tifosi dagli stadi. E, ovviamente, al fatto che si è ancora nel mese di agosto.