Il Partito Democratico dell’Umbria si mobilita per chiedere un “cambio di rotta” rispetto alle politiche, giudicate “scellerate”, del governo Lega e Cinquestelle. Nel prossimo week end in 30 città della regione il Pd sarà in piazza con gazebo, volantinaggi e iniziative pubbliche per dare vita a un grande momento di mobilitazione e ascolto. E per questo dalla prossima settimana saranno attivi dieci gruppi di lavoro tematici, impegnati in un lavoro di elaborazione di prospettiva per il futuro delle comunità.
“Il 16 dicembre, in occasione delle primarie, ci è stata consegnata da 20mila persone una responsabilità importante – ha spiegato il vicesegretario Cristian Betti – che è quella di ricostruire un’alternativa alle politiche di intolleranza e senza visione di questo governo. Il nostro percorso inizia da qui: dalla mobilitazione di venerdì, sabato e domenica e dal coinvolgimento di competenze ed energie sui temi per il futuro. Nel fine settimana tutti i livelli istituzionali del partito, dall’Europarlamento ai consigli comunali, saranno coinvolti in tutti i territori dell’Umbria con la volontà di ridare un’anima alla nostra azione politica e di testimoniare l’intento di rafforzare il coinvolgimento di chi sui territori rappresenta il Pd. Vogliamo coinvolgere dal basso in una una discussione sui temi nazionali, sulle politiche comunitarie, sulle tematiche locali e soprattutto vogliamo ascoltare”. Parlamentari europei (Bonafè, Gualtieri, Danti, Sassoli), nazionali, consiglieri regionali saranno in 30 città per banchetti, volantinaggi, inziative pubbliche per denunciare i rischi di una manovra sbagliata e per portare le proposte del Pd. “È una mobilitazione a tutto tondo – ha sottolineato Betti – con cui vogliamo lanciare un segnale e raccontare di un Pd che non solo è vivo ma che rilancia con forza sui temi, sull’ascolto e sulla partecipazione”.
C’è di più. “Nelle scorse settimane – ha detto il responsabile organizzazione, Giampiero Giulietti – abbiamo lanciato un questionario rivolto ai segretari comunali e di circolo, chiedendo di segnalarci difficoltà e buone proposte, con la consapevolezza che per rafforzarci dobbiamo partire dal lavoro dei circoli. La mobilitazione del prossimo week end rappresenta, dunque, un’occasione per parlare di tematiche nazionali e denunciare le mancanze del governo, per rimettere al centro l’Europa e le sue opportunità, questione su cui faremo una battaglia decisiva anche puntando su una rappresentanza significativa dell’Umbria in lista. Ci apriamo e ascoltiamo, per prendere meglio le misure e dare risposte più efficaci”.
“L’iniziativa – hanno fatto eco Francesco Rossi e Federica Lunghi, della segreteria regionale – si chiama ‘Cambio di rotta’, è una richiesta forte che facciamo al governo centrale ed è anche una consapevolezza che abbiamo maturato in noi: la democrazia vive alimentando la partecipazione e quando la partecipazione è capacità di incidere sulle scelte. Abbiamo incontrato, in questi giorni, l’entusiasmo di tanti e la volontà di darsi da fare”.
Contestualmente, ha detto ancora Betti, “ha inizio un percorso importante sui contenuti. Con il contributo fondamentale della professoressa Cristina Papa abbiamo messo in piedi dieci tavoli tematici con priorità specifiche, coinvolto moltissime persone, la maggior parte – circa l’80 per cento – rappresentanti del mondo del lavoro, selle imprese, degli studenti, del terzo settore”.
“L’obiettivo – ha spiegato Papa – è raccogliere intorno a temi fondamentali per la regione una pluralità di soggetti che possano portare il loro contributo e pensare a un programma per l’Umbria per il prossimo decennio che sia un programma di carattere strategico, con una prospettiva e calato nella realtà. Abbiamo coinvolto, al momento, 150 persone e di queste solo il 20 per cento sta negli organismi del partito. Saranno impegnate competenze e persone che rappresentano realtà territoriali, mondo del lavoro, dell’industria, della pubblica amministrazione, dell’agricoltura, dell’associazionismo. Il Pd non si vuole chiudere, non vuole parlare per slogan, ma vuole rimettere al centro i contenuti e riflettere sul futuro dell’Umbria”.
Dalla prossima settimana saranno attivi 10 gruppi: “agricoltura”, “ambiente e rischi ambientali”, “coesione sociale e sicurezza”, “cultura: attività e patrimoni”, “Europa, assetti istituzionali, forma di partecipazione”, “sanità”, “lavoro e sviluppo locale”, “università e scuola”, “urbanistica, città e infrastrutture”. In ognuno si impegneranno, per ora, circa quindici persone. “Ovviamente – ha aggiunto Papa – i gruppi sono aperti a tutti coloro che vogliono contribuire e saranno il luogo per una discussione non episodica ma strutturata, che tenga conto delle specificità e delle risorse della nostra regione”. Ci sarà un coordinatore per ogni tavolo e si partirà da una valutazione sullo stato attuale per lavorare sulla prospettiva e su specifiche iniziative. L’obiettivo temporale per tirare le fila è la fine dell’anno”. Le priorità? “Il lavoro e un’idea di sviluppo locale che non sia astratta ma tenga conto di risorse e vincoli del contesto nazionale e globalizzato, senza pretese di autosufficienza e con attenzione allo sviluppo nelle interconnessioni – ha detto Papa – e alla valorizzazione delle risorse locali. Quindi coesione sociale e sicurezza, tema che viene largamente strumentalizzato dal governo in modo pericoloso e con il rischio di alimentare un conflitto e produrre disuguaglianze. Vogliamo una società prospera, che sia coesa e in cui le disparità vengano ridotte. Poi l’Europa: il rapporto con l’Europa è un tema centrale anche rispetto allo sviluppo, perché non esiste sviluppo locale scisso dal contesto internazionale. Infine, ambiente e gestione del ciclo dei rifiuti”.
“Si apre un nuovo capitolo per il Pd dell’Umbria – ha sottolineato Letizia Michelini in chiusura della conferenza stampa – che vogliamo scrivere con i cittadini e con le parti sociali muovendoci con umiltà e serietà nell’ascolto del territorio. Siamo al lavoro sui temi per mettere in campo le migliori risposte possibili ai bisogni reali delle persone e per far tornare il partito l’anello di congiunzione tra i bisogni primari e il governo dei territori. Vogliamo essere uno stimolo, in questo senso, scrollandoci di dosso ogni fine o interesse personalistico e adoperandoci per l’interesse comune”.