Alle accuse di aver avuto, dopo le sberle dello scorso marzo, poche idee e confuse, il Pd di Perugia risponde chiedendo ai perugini un contributo di valutazioni e proposte, lanciando su larga scala le “Primarie delle idee”, già sperimentate a Ponte San Giovanni. Dove il progetto Ikea resta un incubo pronto ad uscire dalle nebbie.
A scanso di equivoci, spieghiamo subito: con le primarie di domenica per la scelta del nuovo segretario regionale del partito quest’iniziativa non c’entra nulla. C’entra, invece, con la corsa di Giuliano Giubilei verso Palazzo dei Priori e con la sfida di maggio lanciata al sindaco Romizi.
Il Pd accusato di arroccarsi nelle stanze del potere (dove, mano a mano, viene fatto sloggiare) cerca di entrare nelle case dei cittadini. Bussando materialmente alle loro porte o cercando il contatto online (il questionario sarà disponibile sul sito del Pd di Perugia). O per il tramite delle associazioni presenti nel territorio. Diverse le strade battute per distribuire i questionari nei quali si chiedono valutazioni sulle priorità per Perugia, i settori nei quali sarà necessario investire maggiormente, ma anche di dare un voto sull’operato della Giunta Romizi. Questionari anonimi, attraverso i quali si vuole capire dove i perugini vorrebbero vedere proiettata la propria città da qui ai prossimi dieci anni. “Molte domande sulla città e poche sul partito“, sottolinea il segretario cittadino Paolo Polinori. Che indica le tre parole d’ordine per rilanciare il Pd: “Partecipazione, ascolto, responsabilità politica“.
L’esperimento è quello provato a Ponte San Giovanni, dove ad un questionario mirato sulla frazione è seguita un’assemblea pubblica. Dove il Pd un po’ arretra per fare spazio all’associazionismo, come chiesto anche dal candidato Giubilei.
Altri questionari sono stati distribuiti a San Martino in Colle e San Martino in Campo, a San Marco, a San Sisto. Anche qui, tra gennaio e metà febbraio, si svolgeranno degli incontri pubblici. E poi, a seguire, nelle altre zone di Perugia. E nel frattempo sarà fatto circolare il questionario che interessa l’intera città. Insomma, il Pd si è reso conto di non conoscere abbastanza i perugini e vuole recuperare il tempo perduto. Dandosi prospettive di medio periodo. “Primarie delle idee. Perugia 2030” si legge in calce al questionario, sotto al simbolo del Pd. C’è dunque qualcuno convinto che il partito, con lo stesso simbolo e denominazione, ci sarà ancora, nel 2030, a dispetto delle continue voci di nuove scissioni e trasformazioni.
Tesseramento e primarie
Intanto, nonostante i buoni propositi con cui era partita la sfida tra Bocci e Verini per la segreteria regionale del partito, non è senza polemiche l’avvicinamento alle primarie di domenica (si vota dalle 8 alle 20). In molte città c’è chi rema contro per non aprire seggi nelle zone più vicine all’altro candidato. A Terni, dove i seggi saranno dimezzati, la tensione è alta. A Perugia ne sono stati allestiti 30. “Hanno contribuito tutte le anime del partito” assicura Polidori, con a fianco il responsabile organizzativo Vincenzo Scorza. Che sottolinea come l’entusiasmo maggiore sia dei nuovi iscritti. Con la campagna tesseramento in corso (in genere c’è una proroga fino a metà febbraio), le iscrizioni a Perugia sembrano in linea con quelle degli ultimi anni. Qualcosa in più, informa Scorza, nel centro storico, a San Marco e a Villa Pitignano.
Quanto alle aspettative sull’affluenza alle primarie di domenica (il vero termometro dello stato di salute del Pd, al di là che vinca Bocci o Verini), l’obiettivo è confermare il risultato del 2014, quando andarono alle urne 1.900 iscritti e simpatizzanti a Perugia (furono 12.500 in tutta la regione).
Il caso Ikea
Nei seggi perugini, con il questionario sui mali e le priorità della loro zona, coloro che si recheranno a scegliere tra Bocci e Verini troveranno anche, riproposta, la petizione sul caso Ikea sotto forma di dieci domande al sindaco Romizi. Con la nuova richiesta di organizzare un Consiglio grande a Ponte San Giovanni. Per sciogliere i nodi relativi alla viabilità (25mila visitatori al giorno stimati), chiedere un impegno formale all’Anas, ottenere garanzie sulle azioni per limitare i disagi durante i cantieri sul tratto stradale di Collestrada. E poi, valutazioni sull’inquinamento dell’aria e l’impatto acustico e su quello della vita dei residenti. Le altre domande riguardano le tipologie commerciali previste nei 15mila mq di vendita aggiuntivi previsti dal progetto di Eurocommercial, a parte Ikea, i posti di lavoro realmente creati dal colosso svedese e dalle altre attività nell’ampliato centro commerciale.