Si sono riuniti i consiglieri eletti della minoranza in Consiglio regionale. Tra loro, nell’insolita veste della minoranza, anche i cinque eletti nella lista del Pd per Palazzo Cesaroni. Minoranza, un ruolo che non sono stati mai chiamati a svolgere, gli eredi del Pci, Pd etc. etc. da quando esiste la Regione Umbria.
Eppure, i cinque della pattuglia del Pd sono in qualche modo fortunati, scampati alla tagliola leghista che si è abbattuta sull’Umbria. E che ha consentito comunque (in questo il commissario Verini ha ragione) di mantenere appunto 5 consiglieri, a fronte dei 3 che se ne prevedevano solo due mesi fa. Sempre che qualcuno, beninteso, strada facendo non decida di seguire Matteo Renzi per consentire così a Italia vica di piazzare la sua bandierina dentro Palazzo Cesaroni senza esser dovuta passare per le elezioni.
E allora, al netto delle frizioni che ancora restano e che si sono manifestate anche durante la campagna elettorale (attenute comunque dalla vittoria), tutti i consiglieri regionali dem hanno unanimemente manifestato la volontà di lavorare insieme per costruire il futuro dell’Umbria. Esercitando il loro ruolo in maniera costruttiva e propositiva. Stesso impegnando dell’unico superstite del Movimento 5 stelle, il neo entrato Thomas De Luca. E i due consiglieri civici, uno alfiere del patto giallorosso, l’altro candidato d’estate per il Pd, Vincenzo Bianconi e Andrea Fora. Con il primo che potrebbe assumere il ruolo di portavoce della minoranza. E che, comunque, non entrerà nel gruppo Pd. Cosa ha suscitato una sorpresa ingiustificata in realtà, vista la sua storia e le modalità con cui è nata la sua candidatura, come punto di caduta della difficile intesa tra Pd e M5s.
La minoranza intende ripartire dal programma elettorale, che sarà tradotto in almeno 10 proposte di legge “per cambiare l’Umbria“. “Le iniziative della minoranza – spiegano in una nota – saranno ispirate dai principi e dai valori che costituiscono le colonne portanti di questa proposta politica di centro sinistra: lavoro, giustizia sociale, sostenibilità, innovazione e modello pubblico dei servizi, a partire da sanità, politiche sociali, scuole e università“.
Si inizierà, è stato concordato, da una proposta di legge sulla democrazia partecipata che garantisca la centralità delle persone e dei territori nella programmazione regionale.
In questo contesto, dopo l’avvenuta proclamazione degli eletti, la minoranza auspica “una rapida convocazione del Consiglio regionale per dotare l’assemblea e l’amministrazione di tutti gli strumenti necessari per poter operare in maniera tempestiva, al fine di rispondere alle necessità dei cittadini umbri, a partire dall’approvazione del bilancio per scongiurare l’esercizio provvisorio“.