Moltissimi fedeli, nonostante pioggia e freddo, hanno preso parte alle liturgie del triduo pasquale presiedute dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, in duomo. Giovani, famiglie, anziani, bambini si sono stretti attorno al vescovo e ai sacerdoti per celebrare la resurrezione di Cristo, per affermare che la Pasqua è contestare ciò che è vecchio e ingiusto, per ritrovare nel cuore i fermenti necessari per cambiare l'esistente.
A causa del tempo e della voragine apertasi in via Cecili, la Via Crucis del venerdì santo animata dai giovani della città ha cambiato il suo percorso, venendo rappresentata sotto le volte della chiesa cattedrale. Una suggestiva rappresentazione che ha visto i giovani della diocesi ricordare, con un linguaggio semplice e profondo, con delle scene significative e coinvolgenti, come Cristo lo si trovi nel fratello in difficoltà, nell'anziano solo, nei bambini abbandonati e in molte altre situazioni difficili della vita.
Nella grande veglia della notte di Pasqua, il fuoco e la luce, il parlare e il capire, l'acqua in cui affogare il male e le colpe umane, il pane e il vino che rifocillano l'uomo per la vita eterna sono stati i segni liturgici che hanno ricordato la resurrezione del Signore. Nella sua omelia mons. Fontana ha parlato della notte di Pasqua come della notte dei bilanci, “nella quale ciascuno di noi è chiamato a pensare a sè stesso e a giudicare la memoria di un anno trascorso dall'ultima Pasqua. E' la notte del bivio in cui scegliere ancora la strada da percorrere. Ci è chiesto, ha sottolineato il presule, di promuovere dentro di noi l'ecologia dello spirito. Di essere le colombe capaci di portare l'ulivo della pace”. Mons. Fontana ha invitato gli spoletini a togliere le cattiverie e le ingiustizie da Piazza del Mercato, da Piazza della Libertà e dagli altri centri della città, dove le chiacchiere si sprecano. Ha ricordato a tutti l'impegno al sacrificio, a rimettere, ognuno con le sue capacità, le mani dentro la città dell'uomo. Il presule ha pregato per i troppi morti sul lavoro: ha fatto memoria degli operai della strage di Campello sul Clitunno, ma anche delle numerose persone che finiscono schiacciate sotto il trattore; ha invocato Cristo affinché liberi la gente dalle malattie lunghe e terribili, in particolare dall'Alzheimer, che sta dilagando nel nostro territorio; un pensiero particolare lo ha rivolto ai numerosi vecchietti spoletini che non arrivano alla fine del mese e che vivono soli all'interno delle mura cittadine; ha pregato per il giovane che nei giorni scorsi ha perso la vita nell'incidente di Passo Parenzi, privando una giovane moglie del marito e due piccoli figli del loro papà. “Quello che ci spaventa – ha detto mons. Fontana – è la cultura della morte che ci è attorno e che spegne la nostra umanità, fino a farci diventare insensibili di fronte ai mali e alle sofferenze altrui. Anche noi vogliamo fare come Cristo: rispondere con amore a chi ci chiede aiuto, pur con i mille linguaggi del nostro tempo”.
Nel corso della liturgia della notte di Pasqua l'arcivescovo ha battezzato, comunicato, e cresimato due adulti: Daysi e Armano. Daysi è della comunità di Collestatte di Terni. Nata in America Latina, “non è stata battezzata e neppure le era stato parlato del Signore. Incontrando Andrea, che è il suo sposo, è entrata in contatto con due suoceri cristiani, Graziella ed Enzo. Questi due coniugi, non più giovanissimi, hanno accolto la nuora come una figlia e la loro testimonianza di amore ha fatto venire a Daysi il desiderio di farsi cristiana. Ha voluto che fossero loro, i suoceri, a farle da padrini”. Armando è della parrocchia di S. Nicolò in Spoleto. E' capacissimo nella musica ed è impegnato, assieme agli altri ragazzi di San Nicolò, nella Caritas diocesana. Giuseppina e Giuliano Musco, della Caritas di quella comunità, gli hanno fatto da padrini, dopo che lo hanno già accolto come un figlio.
Mons. Fontana nel giorno di Pasqua ha ricordato “quanta grazia è passata per questa piccola Chiesa anche quest'anno! Quante persone si sono riconciliate con te Signore. Quante storie erano perdute e tu le hai sanate. Ti preghiamo o Signore, in questa Pasqua per le persone che non sono qui. Chiediamo il tuo aiuto per quelle che avessero perduto la strada. Sii misericordioso soprattutto per le persone che per nostra colpa avessero perso confidenza con te. Tu che scruti i cuori e parli all'uomo interiore, arriva dove non arriviamo noi: o Signore raccogli i tuoi figli, i dispersi raduna”.
Le principali celebrazioni liturgiche sono state animate dalla Cappella Musicale del Duomo di Spoleto, diretta da Francesco Corrias, con all'organo Paolo Sebastiani.