Il Pd analizza le criticità di un progetto condivisibile, che però deve essere adeguato e fatto conoscere alla popolazione
Il Pd di Perugia mette in guardia sul Brt (Bus Rapid Transit): senza partecipazione e contestualizzazione la città rischia di non “salire” sul metrobus che collegherà l’area di Castel del Piano a Fontivegge. E soprattutto, il progetto, per funzionare veramente, deve sciogliere ancora diversi nodi.
“Perugia – ha ricordato il segretario dem cittadino, Sauro Cristofani – è una città che è stata leader sul tema sulla mobilità alternativa a livello locale e nazionale, basti pensare alle infrastrutture come ztl, alle scale mobili e alla grande opera innovativa del minimetro unica nel suo genere. Ora siamo di fronte a un progetto elaborato dall’amministrazione di centrosinistra che oggi non è contestualizzato rispetto ai tempi che corrono e rispetto alla città che ha mutato il suo volto”.
Cristofani ha ricordato che il Brt è parte costituente del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) approvato in Consiglio comunale nel 2019 e approvato e finanziato con risorse derivanti dal Pnrr. Tenuto conto che l’opera, come previsto dal decreto ministeriale, deve essere completata entro il 30 settembre 2024. I lavori dovrebbero iniziare a giorni, ma ancora ci sono aspetti critici importanti. “Che se non risolti – evidenzia il Pd – rischiano di non rendere appetibile l’offerta e di vanificare in qualche modo la spesa di oltre 100 milioni di euro”.
Brt, i nodi da sciogliere
“La nostra – ci tiene a sottolineare il Pd comunale di Perugia – non è una posizione negativa pregiudiziale, ma abbiamo il dovere di offrire alla città e all’amministrazione le nostre valutazioni, oltre a quelle già espresse in consiglio comunale, per risolvere le criticità riscontrate”.
A percorrere punto per punto i limiti del progetto è il segretario comunale Sauro Cristofani, coadiuvato da Marcello Panettoni e Giovanni Moriconi e dal gruppo di lavoro che si è occupato di studiare nei dettagli la documentazione.
Mancata partecipazione e disagi per i lavori
Innanzi tutto il Pd evidenzia una questione di metodo, che però diventa fondamentale per il futuro utilizzo dell’infrastruttura da parte della cittadinanza. “La città – ricorda Cristofani – è all’oscuro di quest’opera. Noi da novembre per circa un anno avremo lavori importanti che interesseranno una parte significativa della città di Perugia e non si ha la conoscenza di quanto questi impatteranno nella quotidianità del traffico e della vita dei cittadini. Parliamo di aree come Strozzacapponi, Castel del Piano, San Sisto, fino ad arrivare a Fontivegge, interessate a questa infrastruttura e che sono zone della città densamente abitate e dove già oggi si riscontrano grandi difficoltà per muoversi. Quando fu proposto il minimetrò – ci tiene a ricordare il segretario comunale – ogni cittadino di Perugia era a conoscenza del progetto, furono organizzate numerose assemblee pubbliche e diversi momenti di incontro anche accesi, la stampa era coinvolta nel dibattito e tutti sapevano cosa si muovesse, ne avevamo persino visto un prototipo in piazza IV novembre. Oggi se facciamo un’indagine credo che pochi conoscano invece cos’è il Metrobus. La mancata partecipazione è avvenuta anche in forma istituzionale”.
Visione della città assente
“Se questo progetto fa parte del Pums – prosegue il Pd – il piano urbano della mobilità necessitava di una elaborazione complessiva, vale a dire: come si integra con il sistema di trasporto esistente? Come e quanto riduce il trasporto auto? Come e quanto aumenta l’offerta ai cittadini? Come e quanto mette in collegamento tutto il resto della città? Si ha la sensazione che di fronte alla notizia dei finanziamenti si siano aperti i cassetti e si sia preso ciò che c’era senza una contestualizzazione. E questo denota una mancata visione d’insieme della città”.
Via Sicilia
Altro aspetto critico è che per realizzare questa infrastruttura saranno
- modificate reti stradali,
- realizzati marciapiedi,
- realizzati 24 impianti semaforici,
- 21 fermate con le pensiline.
Ci sarà un cambio notevole della fisionomia di via Sicilia. “Non abbiamo avuto la percezione – affermano dal Pd a questo proposito – che tutto questo sia stato comunicato ai cittadini”.
Più transito in sede propria
Oltre alla mancata partecipazione, sono ancora le valutazioni del Pd di Perugia, ci sono aspetti tecnici che rendono necessarie della valutazioni.
“Per attingere ai finanziamenti, per esempio – viene ricordato – uno dei requisiti fondamentali era di far correre questo mezzo in sede propria, cioè attraverso una corsia preferenziale senza che interferisse con il traffico locale. Questo per farlo scorrere più rapidamente e quindi renderlo più appetibile. Il parametro sotto cui non si poteva scendere era il 40%. Il Brt corre per sede propria nei suoi 13 km e mezzo per una cifra poco superiore al 40%. Il fatto che sia maggioritaria la presenza del transito in conflittualità con il traffico esistente fa si che renderà difficoltoso il rispetto dei tempi. Questi sistemi – ricorda il segretario del Pd cittadino – funzionano quando si rispetta una periodicità del tempo di percorrenza. L’interferenza con altri mezzi rallenterà la tratta e non garantirà la regolarità del servizio, di conseguenza renderà l’offerta meno appetibile perchè a parità di tempo si continuerà a scegliere la propria auto. Quindi chiediamo che sia incrementato il transito in sede propria del Metrobus”.
Problema via Sicilia
Il Pd avanza poi perplessità sulle soluzioni per la zona di Fontivegge, che rappresenterà per forza di cose la fermata più importante essendo il punto di snodo del trasporto su ferro, minimetro e autobus diventerà un vero e proprio hub, con la problematica del transito del Metrobus in via Sicilia che taglia la strada interrompendo il flusso del traffico sia in entrata che in uscita.
Frequenze
Altro punto critico riguarda le frequenze. Se nel tratto San Sisto – Fontivegge la frequenza sarà di ogni 10 minuti, quindi compatibile coi tempi e ritmi della città, da Strozzacappoi, Castel del Piano e San Sisto fino a Fontivegge ci sarà ogni mezz’ora. “Questo vale a dire – evidenzia il Pd – che conviene più muoversi col mezzo privato”.
Sedi
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un deposito mezzi con uffici tecnici e direzione nell’area di Ponte della Pietra di proprietà di Umbria mobilità, società con quote del Comune di Perugia. “Quando si sarebbe potuto pensare di condividere sedi e spazi delle due società – accusa il Pd – considerando anche che quest’ultima sta cambiando la propria sede”.
Traporto pubblico a Perugia
Infine, il Pd fa una valutazione complessiva sull’offerta del trasporto pubblico a Perugia, molto al di sotto della media nazionale. Secondo i dati Istat 2021, a Perugia si contano 780 auto ogni mille abitanti contro una media nazionale di 683, i posti/Km per il traporto pubblico è di 2.294 per abitante contro una media di 4.748 a livello nazionale, vale a dire che l’offerta del trasporto pubblico per il cittadino di Perugia è la metà di quello nazionale.
“Se poi contiamo che il 70% degli abitanti si muove coi mezzi propri a fronte del 65% a livello nazionale e che a Perugia il servizio di car sharing è totalmente assente – proseguono i dem – è evidente che a Perugia siamo di fronte a una mancata visione di mobilità alternativa e sostenibile che sappia guardare alla complessità della situazione”.
Cristofani: Brt da condividere con questi aggiustamenti
“In conclusione – ha proseguito il segretario cittadino Cristofani – pur condividendo il progetto nella sua impostazione, ribadiamo che un sistema alternativo è credibile nel momento in cui, contestualizzate le esigenze e tenuto conto della fisionomia della città, la frequenza e la modalità di accesso determinano l’utilizzo del mezzo in questione. Nel sottolineare che il progetto per noi è di fondamentale importanza – ha concluso Cristofani – auspichiamo che l’amministrazione possa porre riparo alle problematiche evidenziate e condividere con la città gli aspetti nevralgici di questa infrastruttura che se fatta con criterio potrebbe davvero contribuire allo sviluppo di una Perugia più sostenibile”.