Il Festival Internazionale del Giornalismo arriva a Perugia in piena campagna elettorale. E qualche possibile effetto collaterale si è visto già nella conferenza stampa di presentazione, quando Arianna Ciccone ha fatto un passaggio sul discusso disegno di legge Pillon, quello sull’affido condiviso, e sui diritti delle donne.
Un riferimento che ha visto gongolare la governatrice dem Catiuscia Marini, davanti ad un imbarazzato Romizi, consapevole che la Lega rappresenta il socio di maggioranza della “ditta” che potrà riconfermarlo a Palazzo dei Priori.
Tanto più che poi il sindaco era atteso alla prima vera iniziativa elettorale per le amministrative perugine del partito di Matteo Salvini. Un confronto,passato un po’ in sordina per la verità, dal titolo “Quale idea di città per Perugia”, al quale, dopo i saluti di Romizi, hanno portato il loro contributo i senatori leghisti Luca Briziarelli e Simone Pillon.
L’avvocato va avanti per la sua strada ed alle affermazioni del “Fatto quotidiano” (testata che tradizionalmente ha portato molti giornalisti al Festival di Perugia) secondo cui ogni volta che Pillon parla un pensiero illuminista muore, ha ricordato i non poco edificanti esempi familiari di personaggi come Rousseau e Diderot.
Quanto alle accuse dei centri sociali e dei movimenti femministi, secondo cui la riforma voluta da Pillon riporterebbe l’Italia al Medioevo, ha risposto con ironia facendosi immortalare davanti alla Fontana Maggiore, commentando: “Il Medioevo ci ha lasciato arte, poesia, cultura, campanili che indicano il cielo e tanto nutrimento per l’anima. La nostra epoca tanto evoluta cosa lascerà?“. Un messaggio che ha concluso così: “Meglio il #medioevo“.