Politica

Il “cuore” del civico Camicia ora batte un po’ meno a sinistra

Nel giorno in cui Giuliano Giubilei inizia la sua corsa per entrare a Palazzo dei Priori dalla porta principale, Carmine Camicia ha lanciato la sua sfida per restarci, in Municipio. E dalla Sala del consiglio comunale, che in questi anni lo ha visto più volte protagonista di “colorite” iniziative, ha annunciato: “Palazzo dei Priori sarà la casa di tutti i cittadini e le porte saranno sempre aperte a tutti”.

E’ qui che che Camicia ha scelto di far partire la sua campagna elettorale: “Perugia deve rialzare la testa e la sua rinascita può avvenire innanzitutto attraverso la riorganizzazione della macchina comunale – ha subito detto – ripristinando gli assessorati chiave, come quello dello sport, sulla sicurezza, del lavoro e della sanità, e ricostituendo almeno cinque circoscrizioni, perché serviranno a far sentire meno soli chi vive e abita in periferia e a fare da tramite tra chi governa e la città. Bisogna anche ricostituire il cantiere comunale, fornendo uomini e mezzi: da oltre 20 anni la manutenzione a Perugia non viene più effettuata e la tenuta delle strade è l’esempio palese di come i sindaci, compreso quello uscente che non è riuscito nemmeno a gestire l’ordinario, abbiano guidato il capoluogo umbro”.

È questa la ricetta del candidato a sindaco di Perugia, Carmine Camicia, che si presenterà con il sostegno del movimento civico “Perugia con il cuore”, sostenuto dall’associazione cittadina “Perugia: social city” e da una lista della Dc. “La finestra per i socialisti – ha puntualizzato l’aspirante sindaco, che nel corso di questa legislatura era entrato nel gruppo consiliare socialista – sarà sempre aperta. Ricordo che la storia in passato ha visto socialisti e democristiani insieme, così come la storia di questa città ha radici socialiste, con Casoli sindaco, ricordato anche e non solo per il percorso meccanizzato”. “‘Perugia con il cuore’ – ha poi chiarito – non è altro che una continuità del ‘Progetto cuore’ che in quasi cinque anni ha reso il capoluogo umbro una città cardioprotetta, coinvolgendo migliaia di cittadini. Il mio obiettivo è di continuare un percorso che dura da vent’anni anni e che negli ultimi cinque mi ha visto guardiano sull’operato della Giunta”.

Camicia ha tracciato anche un bilancio della sua attività di consigliere: “In questi cinque anni varie iniziative sono riuscito a concretizzarle, altre sono in itinere – ha proseguito  –. Con impegno e determinazione, scontrandomi anche con l’attuale sindaco, sono riuscito a far timbrare i dirigenti dell’ente, a far modificare diversi regolamenti vetusti, l’ultimo sarà approvato a breve e riguarda il regolamento comunale d’igiene, che risale al 1936 e porta ancora la firma del podestà. In qualità di vicepresidente della commissione toponomastica, ho proposto di dare un nome alle rotatorie che prima erano anonime e Ponte San Giovanni ha il vanto di avere il viale degli artisti, dove le strade sono dedicate a personaggi dello spettacolo come Sordi, Villa, De Filippo, Troisi, Totò. Sul piano della sicurezza sono stato il promotore di un regolamento contro l’accattonaggio, gli accompagnatori di carrelli, i parcheggiatori abusi e lavavetri, regolamento approvato e disatteso dall’attuale primo cittadino, ma che oggi con il decreto sicurezza deve essere rispettato. Per il quartiere Fontivegge, sono stato il primo a proporre con un atto approvato dal Consiglio comunale il presidio fisso in piazza del Bacio, utilizzando i locali esistenti della polizia urbana. Decisione che come al solito non è stata presa in considerazione dal sindaco uscente. Sul fronte sanitario, vista la latitanza della giunta, sono riuscito a proporre e a far approvare diversi atti deliberativi: il Codice argento al pronto soccorso, la possibilità di far curare i perugini affetti da epatite C, la riorganizzazione dei vari reparti del Santa Maria della Misericordia grazie anche al contributo di  medici e cittadini utenti. Sono sempre stato presente con atti e iniziative anche a difesa dell’ambiente, l’ultima quella delle balle accumulate nell’impianto di Gesenu, dove poi è intervenuto il Noe, ed infine, anche sul piano casa ho cercato di mettere in evidenza le tante anomalie della città: le diverse centinaia, forse migliaia, di appartamenti pubblici inutilizzati e che invece potrebbero essere destinati ai soggetti socialmente deboli, come ad esempio gli alloggi abbandonati di San Sisto e quelli di via Martiri dei Lager chiusi da diversi anni”.

Presenti anche l’onorevole Giampiero Catone (Dc), Angelo Sandri, segretario politico Dc, Paolo Pizziconi, responsabile regionale Dc, Giampiero Tamburi di “Perugia: social city” e Francesco Mercuriali. I tre esponenti democristiani hanno sottolineato l’importanza di questo progetto politico da estendere anche ad altre realtà italiane: “Che vuole avere come obiettivo di riportare i valori perduti e di dare un aiuto concreto ai cittadini, soprattutto a coloro che vivono ai margini della società”. Dal canto suo, Giampiero Tamburi ha messo in evidenza come il progetto sia aperto a tutti: “Ognuno può dare il proprio contributo, perché la città ha bisogno di recuperare la sua storia e la sua identità”.