Sara Minciaroni
La piazza. Gli studenti. L’inaugurazione dell’anno accademico. La protesta. La questura dice 2000 ma loro si contano e parlano di tremila ragazzi intorno alla fontana dell’agorà IV Novembre. In effetti sono tanti da far impressione, non se ne vedevano così tanti da tempo, sono ordinati, rumorosi, decisi e arrabbiati. Sono il popolo della scuola che rivendica diritti secondo loro non soddisfatti, ce l’hanno con la spending review, con il precariato, con il futuro che “ci è stato sottratto”, ma soprattutto ce l’hanno con il ministro Profumo, che nonostante l’invito non è arrivato a Perugia per inaugurare l’anno accademico dell’Università di Perugia.
“E’ la seconda volta che ci da buca”, l’altoparlante richiama la folla e il boato che segue sceglie la rima più colorita, che non fa proprio rima con Profumo, ma l’assonanza è d’effetto. “Libera e pubblica”, con questo slogan il lungo corteo ha risalito piazza Matteotti e via Calderini per poi confluire in piazza. Ed è qui che arriva l’annuncio “da oggi daremo il via ad una settimana di protesta con occupazioni e autogestioni in tutte le scuole di Perugia, non accetteremo etichette politiche, siamo uniti e non ci lasceremo dividere. Alla scuola mancano i fondi per farci studiare, per farci stare in edifici sicuri e aule dignitose, non ci sono soldi per le gite d’istruzione e tutto quello che facciamo sono le nostre famiglie a doverlo pagare”.
Il corteo si è svolto regolarmente, nessun disguido di ordine pubblico. Solo qualche piccolo disagio per il traffico che nell’attesa del defluire dei ragazzi da Piazza Partigiani fino al centro è rimasto bloccato. Quasi due ore, trascurabile di fronte a tanto entusiasmo.
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