La minoranza non vuole Stefania Filipponi alla presidenza della Commissione di Garanzia, che comunque per regola spetta ad un rappresentante dell’opposizione. Il centrosinistra ha alzato le barricate, facendo saltare l’elezione per ben sette volte. Gli esponenti di maggioranza chiedono almeno un terna di nominativi da scegliere, e sul quale poi far confluire i propri voti. Gli accordi però, nelle file della minoranza erano già fatti da tempo: quella poltrona sarebbe spettata alla candidata sindaco del centrodestra e leader di Impegno Civile. Ed ora a rilanciare la palla – infuocata come non mai – sono proprio Impegno Civile, Forza Italia, Amoni Sindaco, Obiettivo Comune e Movimento Cinque Stelle che avevano, per l’appunto, proposto il nome dell’ex difensore civico alla guida dell’organismo in base ‘alla sua comprovata competenza professionale e ad un’adeguata esperienza amministrativa per aver ricoperto oltre al ruolo di consigliere comunale anche quello di Difensore civico’ si legge in una nota congiunta.
La maggioranza però – incalzano – senza addurre alcuna motivazione plausibile, ha farfugliato un no a questa elezione. Così si è arrivati a votare ad oltranza per la nomina del coordinatore, e dopo sette votazioni, la maggioranza ha deciso che era ora di smettere, buttando in fumo oltre mille euro dei cittadini e votando il rinvio della seduta’.
Nel comunicato stampa delle opposizioni viene evidenziato che tra qualche giorno la commissione dovrà essere riconvocata, e sempre per l’elezione del presidente ‘con altre migliaia di euro di spesa – denunciano – che si sarebbero potuti risparmiare’.
L’affondo delle liste civiche di minoranza, di Forza Italia e dei grillini è pesante: ‘ancora una volta la maggioranza manca di rispetto alle istituzioni e viola le regole basilari della democrazia pretendendo di scegliere i rappresentanti di nomina sia della maggioranza che della minoranza. Evidentemente – contrattaccano – chi si batte per la legalità e l’etica nella politica spaventa, anche se è all’opposizione. Viene da pensare che le forze di governo non siano poi così tranquille e sicure del proprio operato – concludono – altrimenti avrebbero salutato con favore l’elezione di una personalità che garantirebbe per l’appunto, controllo e garanzia’.