Categorie: Istituzioni Spoleto

IL CEIS IN DUOMO, IL VESCOVO: BASTA A QUESTA CITTA' CHE SI METTE DIETRO LE FINESTRE PER CONTEMPLARE I GUAI ALTRUI!

Il ricordo di don Guerrino Rota, scomparso 18 anni fa, è ancora vivo nella sua opera più importante, il centro di solidarietà. E operatori, ospiti ed ex ospiti del Ceis hanno reso omaggio in diocesi a don Guerrino con una messa presieduta dall'arcivescovo Riccardo Fontana e concelebrata da monsignor Eugenio Batoli, presidente del centro di solidarietà.Giovani e giovanissimi principalmente tra i banchi della cattedrale, chi ospite della struttura, chi invece lo è stato in passato.

Il vescovo si è rivolto a tutti con parole forti, non risparmiando un appello alle autorità ed ai politici presenti (dai parlamentari Ronconi e Benedetti Valentini ai consiglieri regionali Urbani e Cintioli e l'assessore alle politiche sociali Albertella) perché il Ceis continui a vivere. “Gli enti pubblici non pagano – ha detto il presule nel corso dell'omelia – e allora i soldi per andare avanti il Ceis dove li deve trovare? Nel libro dei sogni?”

Ma l'appello è stato rivolto soprattutto agli spoletini “comuni”: “Basta con questa città che si mette dietro le gelosie delle finestre per contemplare i guai altrui”. “Ci siamo illusi per troppi anni – ha detto poi monsignor Fontana – nella cultura dell'effimero; ci siamo abituati a non prendere distanza dalla cultura della trasgressione. Ma non è vero che chi più ne fa ha ragione!”L'arcivescovo ha parlato dei tormenti del tempo presente, come gli interessi di chi spaccia la droga o di chi trae profitto dal gioco d'azzardo, che arrivano addosso ai ragazzi dell'Umbria. Ha sottolineato che il vero tema da riproporre con forza è la questione educativa.

“Quali maestri hanno avuto i nostri figli? – ha detto – E' questo che ci si deve chiedere e non perché i giovani si smarriscono. Non basta dire la scuola e la politica potrebbero fare, dovrebbero fare. La società civile dov'è? Anche oggi – ha proseguito – nel nostro territorio la polvere bianca gira tra troppa gente, anche tra quelli che fanno del perbenismo in piazza. Spoletini miei, torniamo a chiedere la pietà del Signore”.

“Trent'anni fa – ha affermato poi il pastore della chiesa di Spoleto – Norcia – il nostro prete (don Guerrino Rota, ndr) riuscì a risvegliare una città ed a convincerla che la solidarietà è possibile. L'eredità di don Guerrino è un tesoro da raccogliere ed ha incidenza sul quotidiano, non solo nei sogni”. “Spoleto è chiamata a raccogliere la carità – ha concluso – perché il sogno collettivo prenda le ali e come un gabbiano (il simbolo del centro di solidarietà, ndr) seguiti a volare”.