I tentacoli della cosca Molé di Gioia Tauro sarebbero arrivati anche in Umbria. Al centro delle indagini, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, le attività illecite di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta, con diramazioni in ambito nazionale e internazionale. I Molé appunto.

 Operazione Mediterraneo. Dalle prime ore di questa mattina i carabinieri del Ros hanno dato esecuzione all’operazione “Mediterraneo”, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale reggino a carico di 54 affiliati alla ‘ndrangheta accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti ed intestazione fittizia di beni. Sequestrati beni e quote societarie per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro.

I soldi da investire in Umbria. Una ventina di arresti, invece, sono stati eseguiti tra la Capitale e l’Umbria, dove avveniva il reimpiego dei soldi illecitamente accumulati dalla cosca. Poco meno di una decina di arresti sono stati eseguiti anche in provincia di Catanzaro. In particolare, spiegano gli investigatori, le indagini hanno documentato i consistenti interessi della cosca in “ramificate iniziative imprenditoriali e commerciali in Calabria, Lazio ed Umbria, nonché la gestione di ampi settori della distribuzione delle slot machine sul territorio nazionale”.

A Terni società gestita dalla cosca e intestata a prestanome. L’operazione ha portato anche al sequestro di due cliniche private, una a Gioia Tauro, il centro tac “Imagine System”, e una a Terni, la “VitalDent”. Formalmente intestate a prestanome, in realtà si tratterebbe di due società sostanzialmente gestite dalla cosca Molé. Il sodalizio aveva interessi in diverse iniziative imprenditoriali e commerciali: dalla sanità privata alla distribuzione delle slot machines.

Gli arrestati a Terni. Sono un uomo ed una donna, di origini calabresi, presenti nel capoluogo ternano gli arrestati in Umbria. Si tratta di P.M. classe ’67, da diversi anni residente a Terni titolare di una nota azienda odontoiatrica ubicata nel centro cittadino nonché della sorella V.M. classe 69 da circa un anno domiciliata in questo centro dopo essersi avvicinata al fratello al termine di un lungo periodo di detenzione. Le indagini hanno evidenziato che l’uomo, in stretta aderenza alle disposizioni impartite dal capo clan dell’omonima cosca Molé Girolamo, ricopriva nell’organizzazione il delicato ruolo di gestione, controllo e reimpiego delle somme di denaro di provenienza illecita affidategli dai vertici della cosca ed investite nella summenzionata società operante nel settore sanitario, che lo stesso gestiva unitamente alla propria consorte. La sorella di questo invece, coniugata con altro esponente di spicco della cosca Molé, partecipava anch’essa all’associazione, aderendo alle disposizioni del capo clan e, svolgendo attività di mediazione, coadiuvava il fratello, agevolandolo, nell’espletamento dell’illecita attività. Nel corso della complessa attività si è proceduto quindi anche al sequestro della citata azienda sanitaria ed alla contestuale denuncia in stato di libertà della moglie di P.M., A.S. classe ’70 da Gioia Tauro (RC), unitamente al marito, per avere assunto fittiziamente la titolarità della citata struttura sanitaria.