E’ stata l’anestesia, somministrata per l’operazione di estrazione di un dente del giudizio, che ha provocato l’arresto cardiaco e quindi la morte della 23enne Gaia Pagliuca lo scorso settembre. E’ quanto si apprende dall’autopsia, disposta dalla Procura che ha iscritto nel registro degli indagati due dentiste e il titolare dello studio dentistico dell’Assisano dove la ragazza era stata sottoposta ad un intervento di rimozione del dente del giudizio.
Poco dopo l’intervento la ragazza aveva avvertito un malore, poi l’arresto cardiaco. Gaia era stata trasportata in elisoccorso all’ospedale di Perugia, dove però è morta tre giorni dopo il ricovero, senza mai riprendere conoscenza.
L’ipotesi di reato nei confronti delle tre persone indagate è di omicidio colposo.
Secondo i rilievi effettuati dai Nas subito dopo la tragedia, Gaia si era rivolto allo studio dentistico per curare alcune carie. Ma un esame approfondito aveva evidenziato la necessità di estrarre un altro dente del giudizio, in modo simile a quanto fatto tre settimane prima.
A Gaia sono state somministrate quattro fiale di “mepivacaina senza adrenalina” tramite anestesia locale. Poiché però, ad intervento iniziato, la ragazza lamentava dolore, le è stata somministrata una seconda anestesia, due fiale contenenti adrenalina. Quindi il malore e il successivo arresto cardiaco, che si è rivelato fatale nonostante i tentativi di salvarla.
L’autopsia ha evidenziato il nesso di causalità diretto tra il farmaco e il decesso, escludendo patologie pregresse. Resta da accertare come si sia sviluppata la reazione avversa, che ha portato alla morte di Gaia. Secondo la perizia del medico legale Sergio Scalise Pantuso che ha eseguito l’autopsia e che è stata depositata nel fascicolo d’inchiesta, sarebbe stata la seconda autopsia che, pur in dosi non eccessive, avrebbe innescato la reazione avversa.
I tre dentisti sono difesi dall’avvocato Luca Maori, secondo cui “E’ evidente che non esiste alcuna responsabilità da parte dei dentisti, in quanto l’evento letale purtroppo si è verificato per circostanze e fatti assolutamente imprevedibili, tanto che la stessa consulenza tanatologica non ha saputo dare un’indicazione precisa in ordine al decesso, dato probabilmente dall’anestesia, ma senza alcuna indicazione specifica anche perché la paziente non aveva avvertito di eventuali allergie che comunque non sono mai state riscontrate. E’ purtroppo un tristissimo evento occorso come succede in alcuni casi per motivazioni che rimarranno sempre sconosciute”.