I ristoratori della provincia di Perugia hanno dato il via in questi giorni ad una vera e propria “rivolta” contro il numero eccessivo di sagre che si svolgono in tutta la regione in particolare nel periodo estivo e che constituirebbero una minaccia per il settore.
“Gli imprenditori dei pubblici esercizi chiedono da anni che il fenomeno delle sagre sia ricondotto entro i confini propri a questo genere di manifestazioni: più qualità, trasparenza e un legame effettivo con le tradizioni e i prodotti del territorio”, spiegano i ristoratori aderenti a Confcommercio e Confesercenti. “ Fuori da questi confini, le centinaia di sagre, che si succedono senza soluzione di continuità in tutta la regione, non sono più un arricchimento dell’offerta umbra, ma un fenomeno di concorrenza sleale nei confronti di chi fa impresa e crea occupazione, sotto la pressione oramai insostenibile del carico fiscale e degli oneri burocratici, facendo i conti con la stretta del credito e la stagnazione dei consumi”.
I ristoratori aderenti alle due sigle presenteranno martedì a Perugia nella sede della Regione alcune proposte alla giunta regionale per regolamentare in maniera più rigida il settore delle sagre. Nell’occasione, saranno presentati anche i risultati di un sondaggio effettuato tra le imprese umbre.
Nel 2011 sono state 57 le sagre e simili manifestazioni che hanno interessato il solo territorio di Perugia. Il regolamento comunale già ad oggi impone un tetto massimo di sagre che possono essere autorizzate pari a 56 più una percentuale del 5 per cento riservata ad eventuali manifestazioni nuove o straordinarie. (fda)
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