Pesca, le associazioni attendono una risposta ai vari problemi posti e mandano un ultimatum all’assessore Morroni, di fronte a quello che considerano uno strapotere dei tecnici rispetto alle proposte che emergono in Consulta.
Arci Pesca, Enalpesca, CPA, Fipsas e Libera Pesca hanno inviato una lettera aperta all’assessore, dopo l’ennesimo incontro interlocutorio dal quale non sono emerse le risposte attese dai pescatori umbri.
Nel mirino i tecnici: “Il fatto che un apicale dell’amministrazione regionale debba occuparsi personalmente di problematiche che, normalmente, dovrebbero essere tranquillamente delegate all’ufficio preposto – scrivono le associazioni – la dice lunga sulla situazione. E intanto sono ormai mesi che le annose le problematiche lamentate dai pescatori restano inevase”.
I pescatori umbri attendono da tempo risposte sul contenimento del pesce siluro e della specie ittiofaghe; la pressoché cronica assenza di servizio di vigilanza pubblico di contrasto alle forme di bracconaggio e di inquinamento dei fiumi non trovano l’attenzione dei rappresentanti delle istituzioni; troppo impegnati nell’utopico progetto di ripristino della trota fario “autoctona” che, di fatto, ha ormai portato al blocco dei ripopolamenti con l’interruzione delle attività di pesca verso questa specie, con grave danno economico per l’indotto costituto da allevatori ittici, strutture ricettive, produttori e distributori di articoli per il settore.
Le Associazioni di pesca sportiva rivendicano a gran voce il riconoscimento del proprio ruolo di rappresentanza all’interno della Commissione Consultiva Regionale per la pesca, “ridotta ormai – lamentano – ad un triste luogo di ratifica di decisioni prese altrove, sotto la pressione delle componenti pseudo ambientaliste”.
Pertanto auspicano che il nuovo incontro, programmato dopo le ferie estive, “costituisca realmente un netto momento di discontinuità con le azioni che, in questo ultimo periodo, hanno portato alla mortificazione del nutrito movimento sportivo regionale della pesca”.